Blue tongue in Olanda, per il nuovo sierotipo non c’è vaccino
La nuova variante della febbre catarrale degli ovini che ha interessato nelle scorse settimane alcuni allevamenti dei Paesi bassi è in realtà un nuovo sierotipo, il 6, finora non presente in Europa, diffuso in Africa e America Centrale per il quale al momento non c’è alcun vaccino. La febbre catarrale degli ovini che non è una malattia trasmissibile all’uomo, è più comunemente conosciuta come Lingua Blu (Bluetongue – BT). Si tratta di una malattia infettiva dei ruminanti ovini caprini e bovini (domestici e selvatici) trasmessa da insetti vettori del genere Culicoides che vivono in ambienti caldo-umidi. L’agente eziologico è un virus, del quale si conoscono 24 sierotipi, 21 dei quali isolati in Africa. La loro patogenicità è variabile e, benché tutte le specie di ruminanti siano recettive, la malattia si manifesta in forma grave negli ovini, determinandone anche la morte, i bovini una volta infettato dal vettore, costituisce un serbatoio di virus. La BT è presente in Africa, Europa, Nord e Sud America, Australia, Asia meridionale e Medio Oriente. Nel bacino del Mediterraneo, il virus della blutongue (BTV) ha causato numerosi focolai negli ultimi 60 anni. Nell’estate ed autunno del 2000, l’Italia ha fatto registrare la più grande epidemia di Febbre catarrale degli ovini mai avutasi in Europa colpendo Sardegna, Sicilia e Calabria e causando tra il 2000 e il 2001, solo in Sardegna, la morte e l’abbattimento di circa 600.000 ovini. Da allora i sierotipi notificati nel nostro Paese sono 1-2-4-6-9-16. Dal mese di agosto del 2006 la BT ha raggiunto il Nord Europa registrando focolai da sierotipo8 mai stato notificato prima in Europa. Il sierotipo 8 ha fatto la sua comparsa anche in Italia nelle regioni del Nord (Veneto e Lombardia). Attualmente per questo sierotipo la situazione epidemiologica è tranquilla, con assenza di positività, grazie agli interventi delle autorità sanitarie e alla campagna di vaccinazione obbligatoria, nelle Province di Verona di Mantova. Occorre comunque mantenere alta la vigilanza, perché l’autunno è un periodo in cui, per le temperature e l’umidità, si verificano le condizioni ambientali favorevoli allo sviluppo dei vettori della malattia. |
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