il Punto Coldiretti

Carne di cavallo spacciata per manzo, lo scandalo si allarga a tutta l’Ue

E’ uno scandalo ormai di portata internazionale il caso della carne di cavallo spacciata per manzo. Dopo quella trovata negli hamburger venduti nella catena britannica di supermercati Tesco, il caso è deflagrato in Francia e in altri stati, con la scoperta che anche nelle lasagne surgelate e in altri prodotti a marchio Findus è finita carne equina.

Una vicenda, subito ribattezzata “horsegate”, le cui responsabilità non sono facili da attribuire. Secondo le ultime ricostruzioni, la Findus era rifornita da una società con sede nel nord-est della Francia, la Comigel, che produce prodotti simili per fornitori e distributori di cibo in sedici paesi. I prodotti contenenti carne di cavallo scoperti in Gran Bretagna provenivano da una fabbrica della Comigel in Lussemburgo. La Comigel a sua volta era rifornita dalla carne proveniente da un’azienda del sud della Francia, la Spanghero, la cui società madre si chiama Poujol. La Poujol ha acquistato la carne congelata da un’azienda di commercializzazione di Cipro, che ha subappaltato l’ordinazione ad una società olandese. Quest’ultima era rifornita da un mattatoio e una macelleria rumena.

L’unica cosa davvero certa al momento sembra essere, invece, l’evidente difficoltà della legislazione europea di garantire trasparenza negli scambi commerciali e nell’informazione ai consumatori. Non a caso, lo scandalo sarà al centro di un vertice dei Ministri dell’Agricoltura per mercoledì 13 febbraio a Bruxelles.

Ma, sottolinea Coldiretti, occorre considerare anche il grave danno economico e di immagine provocato all’Italia che fonda nell’agroalimentare uno dei sui punti di forza all’estero. Pur non avendo alcune legame con il sistema produttivo nazionale, gli alimenti sotto accusa richiamano esplicitamente all’Italia con le lasagne, i cannelloni e gli spaghetti alla bolognese (questi ultimi peraltro del tutto sconosciuti nel capoluogo emiliano).

In Italia lo scambio di carni all’insaputa dei consumatori è vietato dal decreto legislativo 109 del 1962 che obbliga ad indicare in etichetta la specie animale da cui proviene la carne utilizzata come ingrediente ma lo scandalo, ripropone l’esigenza di una accelerazione nell’entrata in vigore di una legislazione più trasparente sulla etichettatura della carne e degli altri alimenti a livello comunitario.

Il Regolamento (Ue) n. 1169/2011 relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori approvato nel novembre 2011 dopo 46 mesi entrerà in vigore il 13 dicembre 2014 per l’obbligo di indicare in etichetta l’origine delle carni suine, ovine, caprine e dei volatili mentre per le carni diverse come quella di coniglio e per il latte e formaggi tale data rappresenta solo una scadenza per la presentazione di uno studio di fattibilità.

Si tratta, denuncia la Coldiretti, di un arco di tempo intollerabile rispetto alle esigenze delle imprese agricole e dei consumatori che negli ultimi anni hanno dovuto affrontare gravi emergenze alimentari che hanno pesato enormemente con pesanti conseguenze in termini economici e soprattutto di vite umane.

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