il Punto Coldiretti

Castagne, boom di prodotto spacciato per made in Italy

La grave situazione determinata dall’infestazione di cinipide e dall’andamento climatico non favorevole delle ultime annate nei castagneti italiani ha portato ad una forte riduzione della produzione, oscillante in molti territori tra un -50 per cento ed un -90 per cento, con un conseguente “boom” delle importazioni di castagne che magicamente diventano nostrane.

Se tra il 1999 ed il 2007 la produzione annuale media nel nostro paese si attestava sui 53,7 milioni di chilogrammi, oggi si è ridotta appena ad un terzo. Al contrario, sono cresciute vertiginosamente le importazioni. Analizzando i Istat relativi agli ultimi tre anni, si scopre che dai 6,7 milioni di chili di castagne straniere arrivate nel 2010 si è passati ai 9 milioni di chili nel 2011, fino a ben 18,1 milioni di chili nel 2012.

Lo scorso anno le importazioni sono, dunque, praticamente raddoppiate rispetto a quello precedente e quasi triplicate nel confronto con il 2010, e le segnalazioni che arrivano in queste settimane non sono certo improntate alla contrazione dei flussi. Le castagne straniere arrivavano principalmente dalla Spagna, oltre 6 milioni di chilogrammi, dal Portogallo, oltre 5 milioni di chilogrammi, dalla Turchia, 2,5 milioni di chilogrammi, dalla Slovenia 1,5 milioni di chilogrammi.

Il castagno riveste una rilevanza economica e sociale notevole in molte aree collinari e montane del nostro Paese, non solo per la produzione di frutti e legno, ma anche per il presidio del territorio e  per la salvaguardia dell’assetto ambientale e idrogeologico, oltre a rappresentare la memoria fisica di un tempo in cui non ci si poteva permettere il pane.

La bellezza dei boschi, con castagni spesso centenari, rende fruibili tali luoghi anche per scopi turistici e di svago, determinando un ulteriore indotto economico. L’habitat del bosco di castagno risulta poi fondamentale per la selvaggina, per la produzione del caratteristico miele e per la raccolta dei funghi e dei piccoli frutti.

Per queste motivazioni, ricorda Coldiretti, è necessario che le istituzioni, oltre a continuare le attività di lotta al cinipide, mettano in campo azioni determinanti per il rilancio del settore. Di certo occorrono più controlli sull’origine delle castagne messe in vendita in Italia per evitare che diventino tutte, incredibilmente, italiane.

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