il Punto Coldiretti

Castagno, servono risorse e indirizzi di difesa fitosanitaria adeguata

La Commissione Agricoltura della Camera ha organizzato una serie di audizioni per verificare la situazione del settore castanicolo. Il comparto viene da anni difficili a causa dello sviluppo della popolazione di un parassita non autoctono, il Dryocosmus kuriphilus, detto cinipide galligeno del castagno, la cui attività ha fortemente depresso la produzione nelle diverse regioni italiane.

La lotta a questo parassita è stata impostata dal Mipaaf con l’allevamento ed i lanci di un parassitoide specifico, il Torymus sinensis. Coldiretti ha rimarcato i risultati soddisfacenti della lotta biologica così impostata, evidenziando come il coordinamento del Mipaaf abbia permesso il raggiungimento di risultati importanti. Questo non significa che il problema sia risolto in tutte le aree, ma i progressi sono sostanziali. E’ chiaro che nulla sarà come prima, perché con il cinipide si dovrà convivere, ma nelle aree che hanno iniziato da più anni la lotta, i risultati ci sono.

Il raccolto 2016 è risultato inferiore a quello del 2015, soprattutto per problemi climatici in fase di fioritura e, in alcune aree, ancora per l’attività del cinipide. Quello che però sta emergendo è la preoccupazione per altri parassiti (le cidie, il balanino) e patogeni (la Gnomoniopsis, in primis, ma non solo) che sono diventati più aggressivi sulle piante indebolite dal cinipide.

Coldiretti ha chiesto che il piano castanicolo per la prossima programmazione venga finanziato in modo adeguato e che siano definiti indirizzi di difesa fitosanitaria studiati per le diverse tipologie di castagneto (dai monumenti vegetali in zona parco fino ai frutteti razionali in pianura).

La difesa fitosanitaria è lo snodo fondamentale, perché senza castagne diventano inutili tutte le altre azioni, crescono a dismisura le importazioni di prodotto poi spacciato per italiano, oltre a perdere una risorsa economica fondamentale per mantenere il presidio del territorio ed evitare lo spopolamento di aree fragili dal punto di vista ambientale ed idrogeologico.

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