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Certificati Verdi, il prezzo scende ancora

Scende ancora il prezzo dei Certificati Verdi sul mercato, mentre sale la preoccupazione delle imprese agroenergetiche.

Secondo quanto reso noto dal GSE-Gestore dei Servizi Elettrici, l’importo di riferimento dei CV per l’anno 2008 è pari a 112,88 € per MWh, al netto di IVA. Circa il 18% in meno rispetto al prezzo di riferimento individuato per l’anno 2007, che era stato fissato a 137,49 €/MWh. Mentre assistiamo ad un crollo significativo dei titoli sulla borsa dei CV che desta preoccupazione nel comparto dei piccoli produttori di energia elettrica da fonte rinnovabile. In particolar modo per le aziende agroenergetiche, sui cui bilanci incidono gli alti costi per la gestione delle filiere corte per l’approvvigionamento della biomassa.
Per i nuovi CV, come prevede la Finanziaria 2008, il prezzo di riferimento offerto dal GSE, riferito al MWh per l’anno 2008, è calcolato come differenza tra il valore di riferimento di 180,00 € per MWh ( fissato in Finanziaria) e il valore medio annuo registrato nel 2007 del prezzo di cessione dell’energia elettrica pari a 67,12 € per MWh, definito dalla AEEG. Così è calcolato il prezzo di riferimento dei CV, pari quindi a 112,88 € per MWh.
Da febbraio 2008 però il prezzo dei nuovi CV ( con valore di negoziazione pari ad 1 MWh ) scambiati sul mercato continua a scendere. Oggi pari a 103,3 €MWh IVA inclusa, per quei titoli con prezzo di riferimento al 2007, e 100 €MWh per quelli con prezzo di riferimento al 2006. Rispettivamente, il 10,8% in meno rispetto al prezzo medio cumulato dello scorso anno, oltre il 30% in meno rispetto al 2006. Negli ultimi anni infatti il prezzo medio cumulato riconosciuto sul mercato dei Certificati Verdi, registrato dal Gestore del Mercato Elettrico, è passato dai 144,23 €/MWh (comprensivo di IVA) del 2006 a 115,78 €/MWh del 2007. Circa il 20% in meno.
Significativo inoltre il crollo del numero dei titoli negoziati in borsa dell’87%, passando da un volume totale di CV scambiati nel 2006 pari a 9.813 a solamente 1.255 nel 2007, con un corrispettivo controvalore economico che da oltre 70,5 milioni di euro si è contratto a 7,2 milioni. Basti pensare che a gennaio sul Mercato dei Certificati Verdi (CV) sono stati scambiati solamente 828 CV ( 120 quelli scambiati nel mese di dicembre 2007) di cui 769 CV con anno di riferimento 2007, e 59 CV con anno di riferimento 2006. L’incremento dei volumi negli ultimi mesi è invece condizionato dall’approssimarsi della scadenza dell’obbligo prevista per il 31 marzo 2008. 
Sicuramente il sistema di revisione del CV introdotto dalla recente Finanziaria, che vede ridimensionato il valore del CV, sta creado un momento di incertezza tra gli operatori di settore. A partire infatti dal 31 gennaio 2008 il GSE, in applicazione delle disposizioni riportate all’art. 26 comma 4-bis della legge n. 222 del 29/11/07 e dell’art. 2 comma 147 della legge 244 del 24/12/07, ha aggiornato da 50 MWh a 1 MWh la taglia dei certificati verdi emessi ai sensi del decreto legislativo 16/03/99 n.79. A seguito di tale aggiornamento il numero dei CV presenti sui "conti" aperti dal GSE a favore dei produttori è risultato 50 volte superiore.
Questa situazione transitoria non è però sufficiente a giustificare la bolla speculativa sul mercato dei titoli a cui assistiamo. Innanzitutto, rispetto al 2006, il numero dei certificati verdi scambiati sul mercato risulta essersi contratto del 90%. Un segnale questo che accentua i dubbi sull’efficacia e la trasparenza del sistema di incentivazione italiano per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile.  Se consideriamo infine che ad oggi non sono stati ancora applicati i coefficienti ( differenziati in funzione della tipologia di fonte rinnovabile ) che moltiplicano il numero dei CV, è probabile che l’aumento dell’offerta di titoli andrà oltremodo ad incidere negativamente sul prezzo dei CV se non si interverrà tempestivamente per regolamentare al meglio gli obblighi dei produttori e importatori nell’immettere annualmente una quota percentuale di energia prodotta da fonti rinnovabili rispetto a quella prodotta e/o importata da fonti convenzionali. Di fatti la possibilità data alle società elettriche di poter rispettare l’obbligo imposto dal Decreto Bersani ( D.Lgs 16/3/1999 n.79 ) con energia importata potrebbe portare rapidamente al collasso del mercato dei CV.
La Finanziaria impone infatti una  crescita del solo 0,75 % anno della quota d’obbligo di immissione di energia elettrica da fonte rinnovabile fino al 2012. Tale obiettivo è di fatto insufficiente a garantire una reale valorizzazione del certificato verde, allineato con i prezzi indicati dal GSE, se non verrà istituito un sistema di certificazione che garantisca l’origine dell’energia importata e riconosciuta una priorità di utilizzo al mercato dei certificati verdi nazionali.

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