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Cina, sale a 50 miliardi il deficit agroalimentare

Sale a 50 miliardi il deficit agroalimentare della Cina. Secondo un articolo pubblicato sul portale francese Terre-net, il colosso asiatico diventa sempre più dipendente dall’estero per soddisfare il suo fabbisogno alimentare. 

La dipendenza della Cina verso l’esterno per l’approvvigionamento alimentare e’ in aumento. Ma il posto della Cina nelle importazioni mondiali crea anche dipendenze tra i paesi esportatori.
Le importazioni cinesi di prodotti alimentari e agricoli hanno continuato a crescere nella prima meta’ del 2012. Con piu’ di 54 miliardi di dollari, secondo "La lettera di monitoraggio e analisi dell’economia in Cina" dell’Istituto della zootecnia, hanno avuto un aumento del 29% rispetto al primo semestre 2011. Allo stesso tempo, le esportazioni agroalimentari cinesi sono cresciute solo del 4%, raggiungendo i 29,5 miliardi dollari. Durante i primi sei mesi del 2012, il deficit agroalimentare cinese si attesta pertanto a 24 miliardi di dollari, mentre nel primo semestre 2011 era di soli 13 miliardi. Di questo passo, il deficit annuo potrebbe raggiungere i 50 miliardi di dollari entro il 2012, contro i 34 miliardi per l’anno 2011.
La soia e’ la prima voce di importazione in Cina con piu’ di 16 miliardi, seguita dal cotone. I maggiori incrementi in valore sono per i cereali (triplicati, a 2,4 miliardi di dollari) e lo zucchero (raddoppiato).
I pochi prodotti che fanno registrare una diminuzione delle importazione in volume sono il pesce e i frutti di mare (-3%) e le preparazioni a base di carne e pesce (-1,5%).
Questa evoluzione delle importazioni e’ stato uno dei temi discussi al "Forum internazionale sulla politica commerciale agricola 2012", che si e’ tenuto a Pechino nel mese di novembre. Le autorita’ cinesi hanno individuato tre questioni a cui la Cina dovrebbe prestare attenzione: come far fronte alle pressioni che le importazioni rappresentano per i piccoli agricoltori del centro e dell’ovest del paese? Come proteggere l’industria nazionale pur accogliendo con favore gli investimenti esteri? Come mantenere l’autosufficienza, al contempo prospettando nuove fonti di approvvigionamento all’estero? Sembra come trovare la quadratura del cerchio…
Cosi’, come riportato nella nota "B di Brics " dell’Ambasciata di Francia in Brasile, il rapporto commerciale che il Brasile intrattiene con la Cina in agricoltura suscita entusiasmo e preoccupazione. La Cina e’, dal 2009, il secondo partner commerciale del Brasile, e potrebbe presto diventare il primo in materia di prodotti agricoli e alimentari, superando l’Unione europea. I tre prodotti brasiliani piu’ esportati in Cina sono soia (70% delle esportazioni brasiliane), zucchero e carni (soprattutto pollo). Questa forte dipendenza dalla soia preoccupa il governo brasiliano che vorrebbe diversificare le sue destinazioni. Ma il commercio tra la Cina e il Sud America sembra destinato ad intensificarsi con la proposta del Premier cinese di creare un Partenariato America Latina – Cina. Inoltre, la Confederazione Nazionale degli Agricoltori brasiliani (sindacato dell’"agri-business") ha aperto a meta’ novembre un ufficio a Pechino per facilitare le importazioni brasiliane di prodotti agricoli e alimentari in Cina.
Le esportazioni cinesi sono in calo generale per quel che riguarda i volumi, ma resistono meglio dal punto di vista del valore a causa dell’aumento dei prezzi.
Questo e’ in particolare cio’ che accade per gli animali vivi, soprattutto maiali, in calo del 7% in termini di volume, ma il cui valore e’ in crescita del 17%, o dei preparati a base di carne e crostacei, in crescita del 2% in volume e del 23 % in valore. Solo la frutta resiste a questa inflazione, con un incremento del 13% in volume e del 16% in valore. I prodotti trasformati (preparazioni a base di carni e pesce, frutta o verdura, prodotti alimentari vari, bevande, prodotti a base di cereali…) rappresentano ormai non meno di un terzo delle esportazioni cinesi, per un valore di quasi 9 miliardi dollari. Questo fa parte della strategia della Cina di esportare volumi inferiori a prezzi piu’ elevati. Le imprese cinesi si stanno muovendo nel settore della trasformazione dei prodotti agricoli, che consente loro di offrire prodotti di esportazione a piu’ alto valore aggiunto. [Frederic Henin, portale – a cura di agra press]

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