Clima, un allevatore mantovano scelto come testimonial per il G8
Sarà un allevatore mantovano a cercare di convincere i grandi della terra a intervenire per fermare il cambiamento climatico. Diego Redini, giovane imprenditore agricolo associato a Coldiretti, è stato scelto come testimone del clima della campagna lanciata dal Wwf in occasione della riunione del G8 prevista per la prossima settimana in Giappone. L’allevatore, assieme ad altri sette testimoni di ciascuno dei paesi partecipanti al Summit, ha preparato un videomessaggio per il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, al quale chiede di impegnarsi nell’appuntamento internazionale per ridurre drasticamente le emissioni di gas serra, con un messaggio consultabile e sottoscrivibile on line. Nella sua azienda situata a Canneto sull’Oglio, strada S. Elena 14, in provincia di Mantova, in piena pianura padana dove si “coltiva” un terzo dell’agroalimentare Made in Italy, Diego Redini, che fa parte del Comitato nazionale dei giovani di Coldiretti, alleva 190 capi di razza Frisona italiana finalizzate alla produzione di latte per Grana Padano a denominazione di origine (Dop) a stabulazione libera e alimentate secondo una razione personalizzata sulle diverse caratteristiche. “Un osservatorio privilegiato per verificare gli effetti dei cambiamenti climatici che si sono manifestati – spiega il giovane testimone italiano del clima – con una piu’ elevata frequenza di eventi estremi come le grandinate, sfasamenti stagionali e modificazioni nella distribuzione della pioggia ma anche aumento delle temperature e piu’ elevato tasso di umidità che fa soffrire gli animali che diventano producono meno e sono piu’ deboli”. Da qui l’idea. “Per alleviare lo stress da caldo abbiamo escogitato un sistema di raffrescamento, una specie di aria condizionata, con spruzzi d’acqua e ventilazione – racconta l’allevatore nel suo appello al presidente del Consiglio -. La minore disponibilità di acqua, l’assenza di precipitazioni in estate ci hanno poi indotto a fare un uso parsimonioso di questa risorsa per l’irrigazione dei campi coltivati a foraggio. Irrighiamo a pioggia principalmente di notte e con un computer distribuiamo su ogni campo la quantità di acqua desiderata in modo uniforme. Noi da imprenditori facciamo la nostra parte. Ma non basta! Tocca ai governi dei paesi più ricchi prendere decisioni e fermare il cambiamento”. Per effetto dei cambiamenti climatici, il 51,8 per cento del territorio italiano è diventato potenzialmente a rischio desertificazione, in base ad elaborazioni climatiche e pedoclimatiche effettuate dall’Inea. Gli effetti si riscontrano negli allevamenti e nelle coltivazioni con un significativo spostamento della zona tradizionale di alcune colture come l’olivo che è arrivato quasi a ridosso delle Alpi mentre cambiano anche le condizioni ambientali tradizionali per la stagionatura dei salumi, per l’invecchiamento dei vini o l’affinamento dei formaggi. Una situazione che mette a rischio di estinzione il patrimonio di prodotti tipici Made in Italy che ha superato i 20 miliardi di euro in valore e che registra primati mondiali nei vini, nei prodotti a denominazione di origine e nelle specialità tradizionali. Vai al sito dei testimoni del clima
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