Coldiretti ha incontrato la Sinistra Arcobaleno: “Agricoltura centrale”
![]() Lo ha dichiarato il presidente di Coldiretti, Sergio Marini, nel corso dell’incontro con il candidato premier della Sinistra Arcobaleno, Fausto Bertinotti, e il ministro Alfonso Pecoraro Scanio, organizzato nella sede della Confederazione, a Roma, nell’ambito del ciclo di confronti con i gli esponenti politici in lizza per le elezioni del 13 e 14 aprile.
“Il documento di Coldiretti ‘Per il rilancio dell’Italia’ non è una lista di richieste, bensì – ha sottolineato Marini – una serie di proposte e di soluzioni a problemi che oggi interessano la società e che l’agricoltura è in grado di affrontare e risolvere”. Il presidente della Coldiretti ha poi posto i temi degli ogm “una battaglia non ideologica, ma testa a difenderci dall’omologazione” e dell’atteggiamento di un’Unione Europea che dovrebbe essere “più attento ai cittadini che alle pressioni dei grandi potentati economici e finanziari”.
“Sui prezzi – ha continuato Marini – occorre, invece, che la politica faccia la sua parte, attivando più controlli lungo la filiera ma serve anche combattere la tendenza a mantenere alcune rendite di posizione” “Se oggi pensiamo che sia possibile prendere prodotti dall’estero e rivenderli come Made in Italy, domani – ha ammonito il presidente di Coldiretti – il prossimo passo sarà la delocalizzazione delle produzioni. Non è mancato un riferimento al problema della sicurezza sul lavoro.
“Un tema molto sentito da Coldiretti – ha spiegato Marini – ma bisogna anche capire che l’impresa agricola media italiana non è la Thyssengroup, e alcune scelte contenute nel provvedimento che ci siamo trovati a contestare assieme ad altre organizzazioni non erano assolutamente applicabili per le aziende agricole.
Il candidato premier della Sinistra Arcobaleno, Fausto Bertinotti ha sottolineato come la questione del rapporto tra cibo e terra e tra sistemi di produzione e consumo, che emerge in questi anni per la prima volta nella storia, sia anche al centro di una nuova alleanza tra la Sinistra Arcobaleno e le imprese agricole. “Il massimo accesso all’innovazione scientifica ha prodotto catastrofi ecologiche, mentre sono aumentate le persone che muoiono di fame. Il tutto mentre modelli di consumo inquinati e inquinanti minacciano quei paesi produttori, come l’Italia, caratterizzati da un’identità ben precisa”. Occorre dunque modificare il modello economico sociale.
“Oggi viviamo un pesante condizionamento da parte dell’Europa – ha spiegato il Presidente della Camera – se nella Politica agricola comune l’80 per cento delle risorse finisce al 20 per cento delle imprese c’è qualcosa che non va. Non è un discorso di piccoli contro grandi, ma se vogliamo una scala che abbia aderenza al territorio bisogna essere tarati su quel territorio stesso. E in riferimento all’aumento lineare delle quote latte deciso dall’ultimo Consiglio dei Ministri Agricoli della Ue ha parlato di “un’operazione fintamente equilibrata tra i diversi Paesi che in realtà ha finito per privilegiare le aree forti del nord Europa”.
Non serve “qualche sapientone che pensa di sapere lui come deve essere fatta l’agricoltura” “invece di affidarsi all’esperienza e al sapere di quelli che fanno l’agricoltura, di quelli che fanno la scuola”. “Se si vuole una politica efficace occorre dunque valorizzare ciò che si trova all’interno del quadro del Made in Italy – ha affermato il leader della Sinistra Arcobaleno – sfruttando anche la tradizionale vocazione del nostro paese a essere lontana da un’agricoltura tecnocratica supportata dalle multinazionali. Da qui l’esigenza che il rapporto col territorio sia un tema non di settore bensì al centro del sistema produttivo Italia. Occorre che dell’originalità del Made in Italy e della sua connessione con la nostra cultura siano portatrice l’impresa agricola in quanto inserita in quel territorio. Stiamo parlando di cose che già ci sono, ma mancano di una politica che le valorizzi. Facciamo una mappa di tutte le eccellenze e moltiplichiamola”.
In Italia, secondo Bertinotti, abbiamo grandi produzioni di qualità che vengono però sopraffatte da chi le copia e le manipola. “Ma dobbiamo capire che manipolare un prodotto agroalimentare non solo altera il gusto, ma espone anche a rischi per la salute – ha rilevato il Presidente della Camera -. Qualche decennio fa l’innovazione industriale ha portato ad abbandonare i cibi di una volta, perché reputati troppo poveri, e a sostituirli con altri spesso sofisticati. Oggi le elite hanno riscoperto prodotti e cucine tradizionali, ma serve che questa tendenza elitaria diventi la tendenza di tutti”.
Per Bertinotti i mercati degli agricoltori lanciati da Coldiretti sono dunque “una proposta forte: mentre nei discount si promuovono altri tipi di produzioni, mangiare qualcosa prodotto vicino a te è una scelta di civiltà, culturale ed ecologica, poiché se il ciclo che porta i prodotti sulle tavole è lungo non solo si finisce per mangiare male, ma anche per inquinare. Inoltre, accorciare il ciclo può determinare anche un intervento strutturale sulla dinamica dei prezzi, abbassandoli”.
L’agricoltura – ha concluso il candidato premier della Sinistra – ha oggi un ruolo sociale e civile. Il riposizionamento sul rapporto tra cibo e terra e sistemi produttivo e modelli di consumo deve puntare sulla valorizzazione del territorio arricchito dalla qualità delle sue produzioni agricole, che determinano anche una qualità generale. Una qualità che non può prescindere dalla qualità del lavoro.
|
Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni
Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.