il Punto Coldiretti

Coldiretti scopre traffico di 100 milioni di litri d’olio straniero

Cento milioni di litri di olio proveniente da paesi extracomunitari potrebbero entrare in Italia per essere lavorati ed imbottigliati in Italia e “spacciati” come olio Made in Italy nel mondo. L’allarme è stato lanciato dalla Coldiretti, preoccupata per gli effetti dell’eventuale autorizzazione della procedura comunitaria di traffico di perfezionamento attivo (Tpa), che consente la temporanea importazione di oli stranieri da lavorare ed imbottigliare in Italia per poi esportarli fuori dall’Europa.

Nei Paesi dove non vale l’obbligo di indicare l’origine delle olive in etichetta, a differenza dell’Unione Europea, queste produzioni straniere di bassa qualità potrebbero essere spacciate come Made in Italy togliendo spazio di mercato, immagine e credibilità alle coltivazioni nazionali. Si tratta di un fiume di olio straniero, pari a circa un quinto della produzione nazionale che peraltro sta già risentendo pesantemente di questa prospettiva, con il crollo dei prezzi pagati all’origine ai produttori italiani.

Non mancano peraltro i rischi di comportamenti fraudolenti favoriti dalla possibilità di aggirare la norma sull’obbligo del’applicazione dell’obbligo di indicare la provenienza delle olive in etichetta, che dalla sua entrata in vigore nel luglio 2009 ha consentito una riduzione del 35 per cento nelle frodi secondo i carabinieri dei Nas.

Secondo la Coldiretti non ci sono le condizioni per l’autorizzazione al  traffico di perfezionamento attivo (TPA) prevista dal Reg. (CE) n.993/2001 tenuto conto che tale procedura dovrebbe essere giustificata dalla presenza di particolari situazioni di mercato come differenziale di prezzo elevato tra prodotto comunitario e quello dei paesi terzi che, al momento, non si è verificato. Al contrario l’apertura delle frontiere provocherebbe un ulteriore crollo dei prezzi alla produzione che, di fronte a costi di produzioni in costante aumento, aggraverebbe il pericolo di abbandono degli oliveti.

L’allarme è stato subito recepito dal ministro delle Politiche Agricole. “Le domande di traffico di perfezionamento attivo, che consentono la temporanea importazione di oli stranieri da lavorare ed imbottigliare in Italia per riesportarli fuori dall’Ue, nel rispetto delle disposizioni comunitarie – ha affermato Luca Zaia -, sono e saranno esaminate con estremo rigore dalla struttura del mio Dicastero”. 

"Siamo soddisfatti dell’impegno del Ministro – ha commentato il presidente della Coldiretti, Sergio Marini -. Si tratta di un impegno importante in un momento di crisi di mercato per difendere l’olivicoltura nazionale ed evitare equivoci sulla vera produzione Made in Italy sui mercati internazionali".

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