il Punto Coldiretti

Con l’embargo è boom del cibo italiano tarocco made in Russia

Lo stop alle importazioni di frutta, verdura, salumi e formaggi dall’Italia ha provocato in Russia un vero boom nella produzione locale di prodotti Made in Italy taroccati, dal salame Italia alla mozzarella “Casa Italia”, dall’insalata “Buona Italia” alla Robiola Unagrande, ma anche la mortadella Milano o il parmesan Pirpacchi tutti rigorosamente realizzati nel Paese di Putin.

E’ quanto denuncia la Coldiretti nel primo bilancio sugli effetti dell’embargo nel “mercato dei prodotti alimentari Made in Italy in Russia” presentato dalla Coldiretti al Forum Internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione di Cernobbio dove è stata allestita un ampia esposizione dei fantasiosi surrogati che sugli scaffali dei supermercati russi hanno preso il posto dei cibi italiani originali.

La situazione rischia di aggravarsi con grandi investimenti annunciati per potenziare l’industria alimentare locale con la produzione di prodotti lattiero caseari e formaggi che è già aumentata del 20 per cento negli Urali Centrali. Ma sono previsti nuovi caseifici come quello in programma annunciato nella regione Sverdlovsk con un investimento di 2 milioni di rubli per  coprire  fabbisogni di formaggi duri e molli, dalla mozzarella al parmigiano. Nella stessa regione è in fase di sviluppo, con nuovi grandi macelli per maiali, anche l’industria della carne e dei salumi.

A potenziare la produzione del falso Made in Italy non è stata pero’ solo l’industria russa ma anche molti Paesi che non sono stati colpiti dall’embargo come la Svizzera, la Biolorussia, l’Argentina o il Brasile che hanno aumentato le produzioni e le esportazioni dei cibi italiani taroccati.  Nei supermercati russi è possibile infatti trovare scamorza, mozzarella, provoletta, mascarpone e ricotta Made in Bielorussia, ma anche salame Milano e Gorgonzola di produzione Svizzera e Parmesan o Reggianito di origine Brasiliana o Argentina. Prodotti che taroccano il made in Italy sui mercati russi sostituendolo con falsi, di realizzazione locale o di importazione da nazioni “amiche”, che nulla hanno a che vedere con il territorio nazionale.

Il rischio è che una volta perso lo spazio sugli scaffali sarà difficile recuperarlo, anche se le tensioni politiche saranno separate e l’embargo eliminato, perché i rapporti commerciali si consolidano ed i consumatori russi ingannati potrebbero non volere piu’ il Made in italy sulle loro tavole. La catena Azbuka vkusa (aзбука вкуса) mette in vendita i prodotti di una azienda russa con il marchio “unagrande” seguìto dai nomi italiani mozzarella, ricotta, mascarpone, robiola, ma nei grandi supermercati delle principali catene presenti in Russia ci sono anche diversi tipi di salame Milano (миланская), di mozzarelle – Classico Mediterraneo Casa Italia (моцарелла) o “ciliegine”, di scamorze (скaморЦa), l’immancabile Parmesan (пармезан) nella versione “dolce”, una pasta fresca ravioli, una insalata toscana (Тоскана) Buona Italia e una pizza Sono Bello Quatro formaggi.

Nei magazzini della grande distribuzione ci sono anche prodotti d’importazione che imitano il made in Italy. Si va dalla mozzarella “pizza” alla provola o provoletta affumicata, dalla ricotta light al mascarpone realizzati nella vicina Bielorussia, ma non mancano le sorprese con un salame Milano (meinen) e una fondue gorgonzola provenienti dalla Svizzera che sfrutta la sua neutralità per accaparrarsi quote del mercato moscovita in barba ai nostri produttori e alla qualità da essi prodotta.

In effetti alle perdite dirette subite dalle mancate esportazioni italiane in Russia si sommano quelle indirette dovute al danno di immagine e di mercato provocato dalla diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il made in italy. Il rischio riguarda anche la ristorazione italiana in Russia che, dopo una rapida esplosione, rischia di essere frenata per la mancanza degli ingredienti principali.

In alcuni casi i piatti sono spariti dai menu mentre in altri sono stati sostituiti da tarocchi locali o esteri senza però che ci sia nella stragrande maggioranza dei ristoranti una chiara indicazione nei menu. Un danno anche per l’economia russa che, oltre a privare i suoi cittadini ed i turisti di alimenti di qualità, rischia di subire una spinta inflazionistica con il Ministero dello Sviluppo Economico della Federazione che è stato costretto ad alzare le previsioni per l’inflazione nel 2015 al 6,5 per cento a causa delle sanzioni.

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