Continua l’embargo russo sulle importazioni di suini Ue
Non si allenta l’embargo da parte della Russia sulle esportazioni di suini, carne di maiale e prodotti trasformati in provenienza dall’Ue, dopo la scoperta a fine gennaio, della presenza di peste suina africana in alcuni cinghiali in Lituania e Polonia, in zone di frontiera con la Bielorussia. In seguito all’allarme, Commissione Ue e Stati membri hanno adottato una serie di misure per prevenire la diffusione della malattia nel territorio. La zona infetta è stata così esclusa dalle certificazioni per le esportazioni di suini vivi e carne suina verso la Russia. Nonostante ciò, Mosca non si è limitata ad applicare un embargo ‘regionale’ sulle importazioni dalle aree interessate, ma ha chiuso le frontiere a tutto l’export europeo del settore. Una decisione che viola le regole sugli scambi alla Wto di cui e’ membro dal 2012. Venerdì scorso, in seguito alla visita a Mosca, del Direttore generale della Commissione Ue per la salute, Paola Testori Coggi, degli spiragli si sono aperti ma non sono ancora soddisfacenti per l’Ue. Nei giorni precedenti rappresentanti ministeriali a livello tecnico di Francia, Danimarca e Olanda avevano accettato l’invito di Mosca a discutere del problema. Da parte sua il commissario Borg ha dichiarato che spera non sia necessario ricorrere all’Omc. Nel caso di turbativa del mercato nel settore suinicolo, la Commissione sarebbe, infatti, pronta ad attivare gli strumenti di mercato esistenti. |
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