il Punto Coldiretti

Accordo Coldiretti-Intesa Sanpaolo, 3 miliardi per agevolare l’accesso delle imprese agricole ai contributi del Pnrr

Un accordo strutturale e innovativo che apre una nuova stagione per l’agricoltura italiana. Il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini e il responsabile Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, Stefano Barrese, hanno siglato il 9 giugno un accordo che mette a disposizione dei soci dell’organizzazione agricola un plafond di 3 miliardi. L’obiettivo è di agevolare tutte le imprese, dalle piccole alle medie e grandi, nell’accesso ai contributi del Pnrr massimizzando il sostegno pubblico con finanziamenti che possono arrivare fino a 30 anni e un importo pari al 100% della spesa anche con garanzia sussidiaria dell’Ismea e Green di Sace.

L’incontro aperto dal segretario generale della Coldiretti, Vincenzo Gesmundo, che ha visto la partecipazione del ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, è stato anche un’occasione per fare il punto sulla situazione dell’agricoltura alla luce dell’impatto di due anni di emergenza Covid e della guerra in Ucraina. Hanno partecipato al dibattito Stefania Trenti, responsabile Industry Research Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, Massimiliano Cattozzi, responsabile Direzione Agribusiness di Intesa Sanpaolo che ha illustrato nel dettaglio i termini dell’accordo e Raffele Borriello, Capo Area Legislativa e Relazioni Istituzionali di Coldiretti.

Il ministro Patuanelli ha ricordato come le misure del Pnrr tocchino gli elementi di fragilità, dalla diversificazione dei redditi al valore aggiunto lungo le filiere, dall’acqua alla logistica e all’innovazione. Oggi – ha detto il ministro – gli investimenti privati vanno stimolati e con la presenza della Coldiretti, grande forza sociale, e di Intesa Sanpaolo la sfida si può vincere.

Sono otto i capitoli chiave dell’intesa e spaziano dal trasferimento delle conoscenze del Pnrr, con una nuova piattaforma alla quale possono accedere i clienti con partita Iva per ottenere informazioni sui bandi, alla sostenibilità ed economia circolare con finanziamenti di medio lungo termine, per passare all’imprenditoria giovanile ai programmi delle filiere, alla internazionalizzazione e agli aiuti alle imprese che hanno registrato i maggiori costi legati alla bolletta energetica.

“Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza prevede importanti iniziative e risorse con l’obiettivo di determinare un vero e proprio cambio di paradigma dell’intero settore agroalimentare nazionale. Con l’accordo con Coldiretti, Intesa Sanpaolo – ha spiegato Barrese -vuole contribuire a questo cambiamento sostenendo le piccole e medie imprese del settore a compiere un cambio di passo importante nel modo di fare agricoltura, avviando un nuovo futuro, in cui sostenibilità e digitalizzazione siano sempre più centrali. Prandini ha affermato che proprio nei momenti di difficoltà bisogna tracciare la traiettoria di futuro. Ha ricordato come il Pnrr sia fondamentale per affrontare le sfide della transizione ecologica e digitale. Bisogna investire -ha ribadito – sulle energie rinnovabili, biogas e biometano e sui concimi alternativi a quelli chimici.

E’ centrale poi la gestione dei dati, mentre oggi non c’è in Europa una piattaforma per la blockchain. C’è molto da fare – ha aggiunto il presidente della Coldiretti – e l’accordo con Intesa Sanpaolo rappresenta uno strumento importante per l’accesso al credito delle imprese agricole, sostenendo l’impegno dell’agroalimentare per sfruttare al meglio le opportunità offerte dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. E’ necessario infatti accompagnare tutte le aziende agricole verso l’innovazione. Per questo – ha annunciato – stiamo mettendo in campo sinergie e alleanze con settori che sono eccellenze italiane come per esempio Leonardo. Gli sconvolgimenti che la guerra ha portato, hanno evidenziato come produrre cibo e non dipendere dall’estero sia un tema strategico di sicurezza nazionale per un Paese come l’Italia che deve ancora colmare il pesante deficit produttivo in molti settori importanti. Per questo con il Pnrr si punta all’obiettivo di aumentare la produzione dimezzando la dipendenza dall’estero. Il cibo è infatti sempre più centrale per garantire valore e occupazione, ma rappresenta anche una risposta sociale. L’agroalimentare è una leva economica importante per il Paese. L’export ha raggiunto lo scorso anno 52 miliardi e continua a crescere, ma è poco, secondo Prandini, rispetto a quello che si potrebbe fare: entro 7/8 anni i 52 miliardi potrebbero diventare 100, il vero made in Italy ha le carte per sostituire il prodotto che oggi richiama l’italianità.

Barrese da parte sua ha sottolineato il rapporto strategico con Coldiretti che va visto nel tempo e rinnovato con la prospettiva che, grazie alla spinta dell’export, il plafond possa arrivare a 6 miliardi ma ci possano essere anche aggiornamenti nei contenuti. Il presidente della Coldiretti ha espresso la certezza che in un anno le risorse saranno spese e che per traguardare gli obiettivi le aziende avranno bisogno di nuove risorse.

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