Cresce il pomodoro da industria made in Italy ma l’import non segna il passo
La produzione nazionale 2009 di pomodoro da industria (vedi tabella) è risultata in crescita del 16% rispetto al 2008, nonostante l’organismo interprofessionale avesse individuato un obiettivo di 46 milioni di quintali. Le avvisaglie di questa situazione si erano già percepite durante la trattativa, quando erano stati contrattualizzati ben 65 milioni di quintali di pomodoro. La crescita della produzione e della trasformazione nazionale non ha però frenato le importazioni di concentrato da parte dell’industria che, evidentemente, non è capace di autoregolamentarsi. Le importazioni di concentrato dei primi 9 mesi del 2009 (vedi tabella) sono cresciute sia rispetto al 2008 (+33%) che rispetto al 2007, aumentando sia il prodotto proveniente dalla Cina (+ 17%) che quello proveniente dagli Stati Uniti (+57%), grazie al favorevole cambio dollaro-euro. I 114,5 milioni di chilogrammi di concentrato importati tra gennaio e settembre corrispondono a circa altri 7,4 milioni di quintali di prodotto fresco, per un totale teorico di disponibilità di 64,7 milioni di quintali. E’ da rimarcare che esiste una forte differenza di prezzo tra il prodotto nazionale e quello cinese, anche perché quest’ultimo pare avere grossi problemi sanitari, legati soprattutto ai livelli di muffe. Il problema è che questi prodotti – anche quando fossero completamente riesportati in virtù del meccanismo del traffico di perfezionamento attivo (importazione a dazio zero per essere lavorati e riesportati “completamente” fuori dall’Ue-27) – rischiano con la loro bassa qualità di pregiudicare l’immagine del pomodoro italiano, perché vengono venduti come italiani. Per non parlare di cosa accade se poi rimangono in Italia o in Europa… Dinanzi a tale situazione Coldiretti ritiene urgenti alcuni interventi. Innanzitutto monitorare il Tpa (Traffico di perfezionamento attivo a dazio zero) e verificare che continui ad essere applicato nella modalità per identità (il prodotto importato deve essere lo stesso che viene completamente esportato fuori dall’Ue-27). Serve poi aumentare i controlli sanitari nei porti interessati, soprattutto sul prodotto cinese, e stringere alleanze a livello comunitario per accelerare il percorso della normativa sull’origine dei derivati del pomodoro, che fatica a trovare consenso a Bruxelles. In conclusione una considerazione amara. Il 2010 sarà l’ultimo anno di disaccoppiamento parziale per il settore del pomodoro; se questo che vediamo è il risultato degli anni di atterraggio morbido che erano necessari all’industria per stringere rapporti di filiera e prepararsi al disaccoppiamento totale, possiamo dire che la filiera è stata realizzata, ma con le produzioni cinesi e statunitensi. Alcuni dati sul pomodoro da industria
Produzione nazionale
Import concentrato (ss >30%) gennaio-settembre (Fonte Istat)
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