Crescono ancora i consumi di prodotti biologici. Dalle rilevazione Ismea-Gfk-Eurisko emerge nel 2011 un incremento della spesa dell’8,9% su base annua, in leggero rallentamento rispetto al tasso di crescita del 2010, ma in evidente controtendenza con la riduzione complessiva dei consumi di generi alimentari “convenzionali”.
La dinamica è il risultato di andamenti comunque differenziati. Incrementi si rilevano in particolare per i lattiero-caseari (le rilevazioni indicano una crescita degli acquisti nel 2011 del 16,2%), le uova (+21,4%) e per altre referenze come biscotti, dolciumi e snack (+16,1%) e bevande analcoliche (+16%).
Più contenuti gli aumenti per l’ortofrutta fresca e trasformata (+3,4%), che resta comunque la categoria guida tra i prodotti biologici, raggiungendo un’incidenza sul totale pari a quasi un terzo in termini di valore. Segnano il passo anche pasta, riso e sostituti del pane (-3,2% nel complesso), con un bilancio 2011 particolarmente negativo per la pasta bio, i cui acquisti si sono ridotti di oltre l’11%.
Anche per carni e salumi emerge in generale una flessione dell’8,2% degli acquisti, in un’annata negativa inoltre per gli oli (-18,6%) e per la categoria "zucchero, caffè e tè" (-3,4%). I consumi denotano, dunque, un quadro molto variegato nella dinamica 2011, confermando tuttavia, all’interno delle singole produzioni, ancora una convergenza degli acquisti su uova, yogurt e latte, che insieme coprono oltre il 30% dei prodotti monitorati e che hanno registrato forti aumenti rispetto all’anno precedente.
Tutte le macro ripartizioni territoriali sono state interessate da una crescita degli acquisti nel corso del 2011, più accentuata al Sud (+19,2%). Le regioni settentrionali mantengono però un peso preponderante, con oltre il 70% di incidenza sul totale, confermando una forte propensione al consumo rispetto a una vocazione produttiva tipica invece delle regioni del Centro-Sud.