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Crescono le importazioni cerealicole in Cina

Crescono le importazioni cerealicole in Cina. A fare il punto della situazione del fenomeno è il portale ecns.cn, con la domanda interna per uso alimentare e industriale che continua a crescere.

Nella seconda metà di quest’anno, le importazioni cerealicole cinesi registreranno un aumento, in conseguenza del fatto che la popolazione locale continua ad avere sempre più accesso a prodotti alimentari ad alto contenuto proteico, e che l’utilizzo industriale delle colture cerealicole sembra non arrestarsi, sostengono alcuni esperti del settore.
Ding Shengjun, ricercatore presso l’Academy of the State Administration of Grain, ha dichiarato che, dal 2012, la domanda cinese di colture come mais, frumento e riso – sia per uso alimentare, sia per uso industriale – è cresciuta sensibilmente.
Anche se, quest’anno, il raccolto cerealicolo estivo della Cina ha registrato un incremento dell’1,5%, arrivando a 131,89 milioni di tonnellate, il paese è ancora impegnato nella difficile sfida di mantenere in equilibrio la domanda e l’offerta.
Nei primi sei mesi dell’anno, le importazioni cerealicole provenienti da paesi come gli Stati Uniti, il Canada e l’Australia sono state pari a 5,48 milioni di tonnellate, per un valore complessivo di 2,03 miliardi di dollari, secondo la General Administration of Customs.
“Oggi, il consumo industriale supera di gran lunga la domanda alimentare” di cereali,ha ricordato Ding. “Più del 72% del mais viene consumato nella produzione intensiva di mangimi per animali, alcol etilico e amido”.
Secondo il China National Grain and Oils Information Center, nel 2012, più di 120 milioni di tonnellate di mais, e 7,5 milioni di tonnellate di frumento sono stati utilizzati dall’industria del bestiame. Lo scorso anno, i produttori di composti biochimici hanno utilizzato 61 milioni di tonnellate di mais, con un incremento del 9% rispetto al 2011.
Non tutti i cereali lavorati vengono venduti sul mercato interno. Nel 2012, la Cina ha prodotto 190 milioni di tonnellate di mangimi destinati alle esportazioni, registrando un aumento del 5,5% su base annua. I mangimi vengono venduti a diversi paesi, come Mongolia, Ucraina, Australia e Nuova Zelanda, secondo il Center of China Agriculture for Trade and Economy del Ministero dell’Agricoltura.
Nello stesso periodo, la produzione cerealicola interna ha raggiunto quota 590 milioni di tonnellate, mentre le importazioni di frumento, riso e mais hanno toccato il record di 71 milioni di tonnellate. Tenendo conto anche di prodotti minori, come il sesamo, le importazioni cerealicole complessive sono state pari a 80,25 milioni di tonnellate.
La crescente domanda nazionale di cereali importati sta destando alcune preoccupazioni.
Il rallentamento dell’economia globale ha comportato che i prezzi alimentari mondiali “sono scesi al livello minimo dal 2012, in particolare quelli dei cereali”, ha spiegato Wang Kai, professore presso la Nanjing Agricultural University, nella provincia di Jiangsu.
Wang ha sottolineato come tutto ciò abbia causato un gap tra il prezzo cinese dei cereali e quello dei mercati esteri, e stimolato le importazioni.
Secondo il Dipartimento all’Agricoltura degli Stati Uniti, lunedì, il prezzo statunitense del frumento era pari, in media, a 305,70 dollari (1.873 yuan) a tonnellata. Ma, da martedì, alla Zhengzhou Commodity Exchange, il prezzo di cambio era di 2.580 yuan a tonnellata.
Date le difficili condizioni in cui versano molti mercati mondiali, “la domanda inelastica dei prodotti agricoli ha rappresentato un rifugio per gli investimenti”, ha spiegato Ding Lixin, ricercatore della Chinese Academy of Agricultural Sciences di Pechino.
“Inoltre, la Cina è ansiosa di acquistare maggiori quantità di cereali sul mercato mondiale per aumentare le proprie scorte cerealicole”.
Come grande importatore cerealicolo, la Cina ha un’enorme influenza sui prezzi cerealicoli globali. Grandi acquisti effettuati da importatori cinesi, generalmente imprese statali, come il COFCO Group e la China Grain Reserves Corp, stanno molto probabilmente determinando un incremento dei prezzi alla Borsa di Chicago.
Gelo e pioggia, che hanno interessato le provincie dell’Henan, dell’Anhui, del Jiangsu e del Shaanxi, durante la stagione del raccolto, hanno prodotto, nel primo semestre dell’anno, una contrazione della produzione cinese di frumento.
Nella provincia dell’Henan, per esempio, circa 113.333 ettari di terra destinata alla coltivazione di frumento sono stati danneggiati da condizioni meteorologiche avverse.
Il Dipartimento all’Agricoltura degli Stati Uniti ha corretto al rialzo di 5 milioni di tonnellate le previsioni concernenti le importazioni cinesi di frumento per il 2013-14, portandole a 8,5 milioni di tonnellate.
Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), nel 2013-14, le importazioni cinesi di frumento raggiungeranno quota 5 milioni di tonnellate. Le previsioni della FAO si basano sui dati di giugno e di luglio, che sono 2 milioni di tonnellate sopra i livelli del 2012-13, e al livello più alto dal 2004-05, quando la Cina ha importato 7,3 milioni di tonnellate di frumento.
Abdolreza Abbassian, economista della FAO, ha sottolineato come le condizioni meteorologiche abbiano inciso negativamente anche sulla qualità del frumento di quest’anno, un’altra ragione che spiega l’aumento delle importazioni.
“Inoltre, la Cina potrebbe aumentare le importazioni anche per ricostituire le scorte depauperate”, ha dichiarato Abbassian.
“Quest’anno, la produzione cinese di frumento dovrebbe avvicinarsi al livello record registrato lo scorso anno, pari a circa 120,5 milioni di tonnellate”, ha detto l’economista della FAO.
“La crescita stabile della produzione agricola cinese e i crescenti redditi nazionali hanno comportato un maggior accesso al cibo”, ha spiegato Yu Bin, direttore del Department of Macroeconomic Research, presso lo State Council Development Research Center.
“L’impatto più ovvio è la modernizzazione delle catene di approvvigionamento del bestiame e dei prodotti alimentari”.
Yu ha sottolineato come l’urbanizzazione in atto in Cina trasformi, ogni anno, 17 milioni di persone da contadini in residenti urbani, il che vuol dire che il loro regime alimentare passerà da prodotti cerealicoli ad alimenti ad alto contenuto proteico, come carne, uova, latte e yogurt.
La produzione di questi alimenti si basa, in ultima analisi, su un enorme consumo di cereali, e pertanto comporta un aumento indiretto delle importazioni. [portale – a cura di agra press]

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