Crisi pesche e batterio killer, dall’Ue misure tardive e insufficienti
Nel corso del Comitato di gestione Ue tenutosi lo scorso 29 luglio, è stato definito l’innalzamento da 210 a 227 milioni di euro del budget stanziato per l’emergenza Escherichia coli, permettendo di far fronte alle richieste dei diversi Stati membri relative ai prodotti interessati (pomodori, zucchine, cetrioli, insalate, indivie ricce e scarole, peperoni). Per l’Italia verranno coperti i 34,6 milioni di euro di richieste presentate per i ritiri di mercato e la raccolta verde, senza tagli sulle indennità previste. Tra gli altri paesi dell’Unione, 70,9 milioni sono stati richiesti dalla Spagna, 46,3 dalla Polonia, 27,1 dall’Olanda, 16 dalla Germania, mentre per gli altri gli importi sono inferiori. Nella stessa occasione è stato annunciato che a settembre verranno rivisti gli importi delle indennità di ritiro per pesche e nettarine che – da 16,49 euro per quintale e 19,56 euro per quintale – saranno portate a 26,9 euro per quintale. Si tratta delle indennità, cofinanziate al 50% dell’Ue e al 50% dalle Organizzazioni dei produttori (Op), previste per i ritiri in caso di crisi di mercato, da attivarsi attraverso i piani operativi per i soci delle Op ortofrutticole; l’importo sarà applicato retroattivamente a partire dal 19 luglio. Si tratta di una misura insufficiente, che non interessa i produttori non soci di Op e non riguarda altri prodotti – come angurie e meloni – colpiti da una pesante crisi di mercato.
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