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Date ai consumatori la possibilità di escludere gli alimenti Ogm

Occorre dare ai consumatori la possibilità di sapere se un prodotto contiene Organismi geneticamente modificati. A sottolinearlo è un articolo apparso sul quotidiano statunitense Boston Globe, a conferma di un generale ripensamento sui cibi transgenici che sta interessando l’opinione pubblica americana.

Vi è un dibattito in corso riguardo l’uso di ingredienti geneticamente ingegnerizzati negli alimenti. Vi sono rischi per la salute o impatti sull’ambiente? I nostri bambini li dovrebbero mangiare? Mentre il dibattito prosegue, non dovremmo avere la possibilità di decidere se vogliamo o non vogliamo comprare questi prodotti? Ad oggi non l’abbiamo.
Gli organismi geneticamente modificati si possono trovare ovunque nei supermercati e nelle case. Almeno il 75% degli alimenti lavorati contengono Ogm, incluse quasi tutte le maggiori marche di latte in formula. Così come molti altri prodotti alimentari comuni, come i condimenti per insalata, i cerali per la colazione e l’olio per cucinare. A dire il vero, mentre esistono attualmente solo nove colture commerciali Ogm – compresi mais, soia, colza, semi di cotone e barbabietole da zucchero – più di 30 nuove colture ingegnerizzate sono in corso di sviluppo, come mele, caffè e salmone. Vi è la possibilità in un prossimo futuro di vedere, consapevoli o no, questi prodotti sulle nostre tavole.
Eppure, nonostante la rapida crescita dell’utilizzo di Ogm nelle scorte alimentari, persiste una mancanza di trasparenza nei confronti dei consumatori. A meno che un acquirente non faccia ricerche su ogni singolo marchio prima di andare al negozio di alimentari, ad oggi non può sapere guardando la confezione se contiene ingredienti geneticamente ingegnerizzati. Questo perché alle compagnie non è richiesta l’etichettatura dei cibi Ogm.
I contrari all’etichettatura degli Ogm includono le industrie chimiche e le aziende produttrici di cibo spazzatura, che hanno speso milioni per tenerci all’oscuro di ciò che contengono i cibi che mangiamo. Sostengono che non vi siano prove della nocività degli alimenti Ogm. Tuttavia, senza etichettatura e monitoraggio, gli scienziati non possono individuare possibili collegamenti tra il consumo di cibo Ogm e i molti inspiegabili problemi di salute che gli americani devono affrontare oggi. Circa 300 tra scienziati e dottori, incluso lo sviluppatore della prima coltura Ogm commercializzata, hanno sottoscritto una recente dichiarazione, menzionando serie preoccupazioni per la salute riguardo agli Ogm. Studi indipendenti hanno collegato il consumo di cibi Ogm a disturbi digestivi, infertilità, allergie, e persino il cancro. Questi studi giustificano ulteriori ricerche.
In sostanza, tuttavia, che sia per preoccupazioni ambientali, di salute, religiose o etiche, il libero mercato dovrebbe dare ai consumatori il prodotto che desiderano. Senza l’etichettatura Ogm, l’economia alimentare non è in grado di farlo.
Negli ultimi mesi, l’impegno per l’etichettatura degli alimenti Ogm ha ricevuto un’attenzione senza precedenti in tutti gli Stati Uniti. Lo scorso anno Connecticut e Maine hanno entrambe approvato una legge che richiede l’etichettatura degli ingredienti Ogm, in entrambi i casi condizionate dall’approvazione di norme simile in altri stati. All’inizio del mese, il Vermont ha approvato la prima legge di etichettatura Ogm senza alcuna condizione. Ora altri 26 stati, incluso il Massachusetts, stanno prendendo in considerazione una norma sull’etichettatura.
Secondo queste leggi, i produttori alimentari – non i rivenditori – sono responsabili dell’etichettatura dei cibi che contengono ingredienti Ogm. Decine di paesi sono riusciti a raggiungere questo standard senza aumentare i costi degli alimenti. In realtà, gli Stati Uniti e il Canada sono i soli due paesi industrializzati i cui cittadini non riescono a determinare con facilità se il proprio cibo è geneticamente modificato.
Qui nel Massachusetts, con l’aiuto dei rappresentanti Ellen Story di Amherst e Todd Smola di Palmer, il progetto di legge di etichettatura degli Ogm sta rapidamente guadagnando sostegno e slancio alla camera dei rappresentanti dello stato. Secondo un sondaggio del New York Times, il 93% degli americani sono a favore dell’etichettatura. E più di 20.000 residenti del Massachusetts hanno firmato una petizione a sostegno della legislazione, così come 150 aziende agricole del Massachusetts e più di 200 tra organizzazioni sociali, di tutela della salute e dei consumatori.
In sostanza, mentre l’ambiguità oscura il dibattito riguardo agli alimenti Ogm, dovremmo dare ai consumatori la scelta di chiamarsi fuori da questo esperimento. E per questo è sufficiente una semplice etichetta sul lato della confezione.

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