Distillazione, l’aiuto deve andare ai produttori di uva
Dopo la misura di estirpazione – prevista nella nuova Ocm vino – e le misure di ristrutturazione/ riconversione vigneti, di arricchimento e distillazione dei sottoprodotti, continua presso il Mipaaf l’iter di definizione delle norme nazionali applicative della normativa comunitaria (Reg. 479/08 e Reg. 555/08). Nei giorni scorsi, gli uffici del Ministero hanno presentato la prima bozza di decreto applicativo riguardante la nuova misura di distillazione del vino per la produzione di alcol alimentare, già inserita nel Programma nazionale di sostegno che l’Italia ha presentato a Bruxelles. Il testo, che è già stato oggetto di discussione, sostanzialmente rappresenta una rivisitazione della precedente distillazione “facoltativa”. Secondo quanto previsto dal Pns, la misura sarà attivabile solo fino al 2012 e beneficerà di risorse decrescenti nel periodo (circa 39 milioni di euro nel 2009, poco più di 11 milioni nel 2012); dovrebbe prevedere la corresponsione di un aiuto ad ettaro pari a 450 euro per le vendemmie 2008 e 2009 (scenderà a 400 euro nel 2010 e 350 euro nel 2011) con obbligo di distillare un quantitativo di vino compreso tra 25 e 30 ettolitri. L’aiuto sarà corrisposto ai produttori di vino che trasformano direttamente le proprie uve e alle cooperative che trasformano le uve conferite dai propri associati. In sostanza, si tratta un classico esempi di aiuto accoppiato alla produzione: per percepirlo, i produttori dovranno pertanto sottoscrivere dei contratti di fornitura di vino alle distillerie. Questo aspetto farà sì che, sebbene l’aiuto venga incassato dai produttori di vino, di fatto il beneficio finirà per essere trasferito ai distillatori, perché questi ultimi accetteranno contratti a prezzi più bassi di quelli di mercato, e andrà ad aggiungersi al già forte potere contrattuale. Alla luce di tale considerazione, Coldiretti ha manifestato sin dalle prime fasi di discussione (quando è stato predisposto il Programma nazionale di sostegno) la necessità che questo aiuto fosse spostato verso il produttore di uva. Tra l’altro, la stessa Commissione ha più volte sollecitato una profonda rivisitazione della precedente disciplina della distillazione facoltativa, ricordando che qualora uno Stato membro decidesse di pagare l’aiuto ad ettaro a favore del produttore di vino, il beneficio finale dovrebbe ritornare al produttore di uva. Purtroppo al momento non sembra ci siano le condizioni perché questo possa accadere: la posizione di Coldiretti non è condivisa dagli altri soggetti della filiera; ciononostante si continuerà a fare pressione, sia a livello di Mipaaf che di Regioni, per ottenere un radicale cambiamento della normativa, in modo da spostare il beneficio dai distillatori ai produttori agricoli. Solo in questo modo si eliminerebbe anche la disparità di trattamento tra il produttore associato alla cooperativa e quello che vende le proprie uve a un vinificatore privato. Il decreto nazionale applicativo dovrebbe essere approvato nel mese di dicembre di quest’anno e consentirà ai produttori di vino di presentare i contratti di distillazione entro il 15 gennaio del 2009. |
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