il Punto Coldiretti

Domini collettivi, approvata la legge di riordino

Il Parlamento ha approvato in via definitiva il disegno di legge che riconosce i domini collettivi, comunque denominati, come ordinamento giuridico primario soggetto a Costituzione e caratterizzato dall’esistenza di una collettività proprietaria dei terreni o che comunque esercita su di essi diritti di godimento.

In questo modo si va a fare ordine in tutte le situazioni riconducibili ai domini collettivi, nei confronti dei quali c’è storicamente una difficoltà di inquadramento sistematico in relazione all’estrema varietà degli assetti fondiari.

Agli enti gestori delle collettività, che nel tempo hanno assunto una molteplicità di nomi (comunioni familiari montane, comunalie, consorzi di utenti, università agrarie, beni sociali, vicinie, regole, comunelle, partecipanze agrarie, consorterie) è riconosciuta così la personalità giuridica di diritto privato e l’autonomia statutaria. Ad essi spetta l’amministrazione dei beni collettivi, che in mancanza vengono amministrati dai comuni in amministrazione separata. 

Dei quasi 17 milioni di ettari di superficie agricola totali in Italia, il provvedimento interessa oltre 1,66 milioni di ettari, cioè il 9,77 per cento, che risultano appartenere a comunanze, università agrarie, regole o comuni che gestiscono la proprietà collettiva. I beni collettivi per legge restano inalienabili, indivisibili, inusucapibili e a perpetua destinazione agro-silvo-pastorale.

La legge, con una modifica al Senato accolta con favore da Coldiretta, ha previsto la priorità ai giovani agricoltori come definiti dalla normativa Ue nell’assegnazione di terre o beni collettivi da parte degli enti esponenziali delle collettività .

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