E’ Don Paolo Bonetti il nuovo Consigliere ecclesiastico nazionale della Coldiretti
“La forza, la capacità di impegno, l’assunzione di responsabilità di Coldiretti vengono da lontano. Partendo dalla sua storia possiamo aprirci a un realismo fiducioso, frutto del suo patrimonio etico e spirituale, bussola per muoverci sui nuovi scenari senza disperdere gli orizzonti valoriali”. E’ uno dei passaggi del discorso di Don Paolo Bonetti in occasione della sua nomina a Consigliere ecclesiastico nazionale della Coldiretti, disposta dal Consiglio Episcopale Permanente della Conferenza Episcopale Italiana. Il sacerdote prende il posto di Padre Renato Gaglianone, cui va il ringraziamento della Confederazione per il prezioso lavoro svolto in questi anni. Don Paolo è dal 1986 consigliere ecclesiastico provinciale della Coldiretti Gorizia, mentre dal 1999 ha assunto l’incarico regionale del Friuli Venezia Giulia. “Sono sempre stato orgoglioso di far parte di questa grande e prestigiosa Organizzazione – ha spiegato il neoconsigliere ecclesiastico nazionale -. La mia nomina cade in un momento di grande difficoltà in cui versa la nostra nazione. Una nomina che testimonia la grande considerazione della Chiesa italiana verso Coldiretti e il suo ruolo di responsabilità nella società. C’è ancora qualche spiraglio di luce? La Chiesa vede nei giovani e nelle donne i nuovi soggetti della speranza. I giovani se aiutati possono portare creatività, dinamicità, passione, composta di sensibilità costruttiva e intelligenza pratica. Il mondo dell’agricoltura ha oggi più che mai bisogno di interpreti coraggiosi e motivati. Le donne poi sono una risorsa da accogliere perché non offrono solo un lavoro debole ma nuova coscienza che sa unire ruoli gestionali di tipo professionale con doti personali, di cuore e di intelligenza. Qualche spiraglio di luce viene sicuramente dalla presenza in Coldiretti del mondo dei pensionati che sono memoria storica di conoscenze e di esperienze, testimoni di continuità dell’azienda e della risorsa del lavoro anche fino a tarda età. Sono lieto di poter crescere assieme a voi, condividendo le speranze e le aspettative del mondo rurale. Speranze condivise anche dalla Chiesa in questo anno della Fede indetto da Papa Benedetto XVI, un anno in cui scoprire la vita buona che viene dalla fede, cogliendola nel vissuto ordinario con le sue opportunità”. |
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