il Punto Coldiretti

E’ on line il quaderno del Gruppo 2013 sulla nuova Pac

E’ on line il volume “La nuova Pac 2014-20: le decisioni dell’Ue e le scelte nazionali”, prodotto da Gruppo 2013 di Coldiretti e a cura di Fabrizio De Filippis, liberamente scaricabile dal sito  http://www.gruppo2013.it/Pagine/default.aspx.

L’obiettivo del volume è quello di offrire, con grande tempestività rispetto alle decisioni finali prese dagli stati Membri alla fine dello scorso mese di agosto, una panoramica sufficientemente articolata e approfondita di quella che sarà la nuova politica agricola dal 2015 al 2020.

Dunque, lo scopo è soprattutto informativo e divulgativo e il linguaggio è semplice (per quanto possa essere consentito nel descrivere una politica piuttosto complicata), anche se non mancano una serie di valutazioni e di spunti critici, con particolare riferimento alla posizione e agli interessi dell’agricoltura italiana.

Dopo un capitolo introduttivo in cui la nuova Pac è inserita nel quadro complessivo del Bilancio Ue, si passa a descriverne l’impianto, con particolare riferimento al complicato percorso negoziale che ha portato alle decisioni finali, nel quadro della nuova procedura di co-decisione, che ha conferito al Parlamento europeo un ruolo molto più importante rispetto al passato.

In un contesto in cui la principale caratteristica distintiva della nuova Pac è la maggiore flessibilità data agli Stati membri nella sua applicazione a livello nazionale, si affrontano una per una le principali novità, con specifico riferimento a come il nostro Paese ha deciso di gestirle.

Si inizia descrivendo come cambia il sistema dei pagamenti diretti del primo pilastro, fondato sullo “spacchettamento” del vecchio “pagamento unico aziendale” in sette possibili nuovi pagamenti (dei quali solo cinque sono stati attivati dall’Italia). In tale nuovo sistema al “pagamento di base” si affiancherà il pagamento ecologico (il cosiddetto Greening), una sorta di super-condizionalità che impone ai beneficiari della Pac il rispetto di una serie di requisiti ambientali; un pagamento aggiuntivo per i giovani, il regime semplificato per i piccoli agricoltori, più il cosiddetto sostegno accoppiato, articolato in una serie di pagamenti riservati a produzioni sensibili (zootecnia da latte e da carne, olivicoltura, oleoproteaginose, cereali). Tutti questi nuovi pagamenti sono presentati e discussi nel quaderno, indicando dove possibile anche i possibili effetti per l’Italia e le diverse regioni.

Accanto al nuovo sistema di pagamenti si parla di tante altri aspetti importanti e innovativi: la cosiddetta regionalizzazione, ossia il fatto che i pagamenti per ettaro dovranno uniformarsi a livello di Stato membro, un processo che l’Italia ha deciso rendere graduale applicando il modello “irlandese” di regionalizzazione, che consentirà di attenuare e rinviare nel tempo il pieno dispiegamento dei suoi effetti, evitando una redistribuzione troppo brusca tra beneficiari e territori.

Si parla di soglie minime e di “Agricoltore attivo”, ossia dei nuovi requisiti necessari per poter accedere ai pagamenti della Pac, che in Italia restringeranno in misura non marginale la platea dei beneficiari, eliminando quelli titolari di pagamenti di ammontare minimo, che non vale nemmeno il costo amministrativo della pratica, e alcuni che davvero non meritavano il sostegno assicurato dalla politica, in quanto agricoltori non attivi. In questo quadro, si parla anche di degressività, ossia del sistema che, per come è stato definito dall’Italia, pone un vero e proprio tetto agli aiuti Pac che possono essere percepiti da un singolo beneficiario.

Ancora, si parla di altri pezzi della riforma non legati al nuovo sistema dei pagamenti diretti ma non per questo meno importanti: l’Ocm unica, che di fatto sostituisce e razionalizza tutte le vecchie misure di mercato, sia pure all’insegna di una capacità di sostegno molto ridotta rispetto al passato; la nuova politica di sviluppo rurale, il II pilastro della Pac, a cui arriveranno più risorse rispetto al precedente periodo di programmazione, con un sistema di programmazione un po’ diverso; infine, la gestione del rischio d’impresa, una novità assoluta per la Pac.

A tutto ciò si aggiunge un capitolo di raffronto tra le scelte italiane e quelle degli altri Paesi, in particolare di alcuni partners particolarmente importanti, e un capitolo conclusivo, del quale si raccomanda la lettura perché riassume in 15 pagine tutto il percorso storico della Pac, i contenuti salienti di quest’ultima riforma che abbiamo di fronte, le scelte effettuate dal nostro Paese.

Come sempre accade per una politica complessa come la Pac, il quadro che viene fuori è fatto di luci e ombre, ma una volta tanto – anche grazie al forte presidio assicurato da Coldiretti nella fase finale delle scelte nazionali – l’Italia ne esce relativamente bene. Molto meglio rispetto a quello che si poteva temere, per come la riforma si era messa all’inizio, ai tempi delle prime proposte del 2011; e anche meglio di come il nostro Paese ha in passato (male) utilizzato i margini di decisione a livello nazionale.

Invece, come si dice nel capitolo 12, su questo punto “il dibattito è iniziato per tempo, molti mesi prima della scadenza ultima, si è basato su documenti preparatori del Mipaaf che hanno contribuito a renderlo più trasparente del passato e numerosi sono stati i contributi nella pubblicistica specializzata da parte di studiosi e addetti ai lavori. Ovviamente, il pacchetto che è scaturito da tale dibattito non è esente da critiche, specie se si scende ad alcuni dettagli; ma se si è disposti a guardare il bicchiere mezzo pieno e a giudicare i risultati rispetto a quelli concretamente possibili piuttosto che a quelli astrattamente desiderabili, allora si può essere abbastanza soddisfatti”.

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
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