il Punto Coldiretti

A Palazzo Rospigliosi confronto sul fisco con il viceministro Leo

Un ruolo di garante nel rapporto tra le “vere imprese” e l’amministrazione delle Finanze. E’ questa l’ambizione di Filiera Italia che, con Coldiretti, ha promosso lo scorso 30 maggio un incontro tra le principali aziende agroalimentari e agricole con il vice ministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo.

Ha spiegato così il segretario della Coldiretti, Vincenzo Gesmundo, il senso di un incontro che ha messo sul tavolo le questioni fiscali che stanno più a cuore alle imprese. Il presidente, Ettore Prandini, ha sottolineato che quello che caratterizza l’azione di Filiera Italia è l’ascolto propositivo finalizzato a una programmazione che attraverso una riduzione dei costi possa dare anche una importante risposta sociale al Paese.

Il presidente di Coldiretti ha ricordato anche l’azione portata avanti con il ministro Raffaele Fitto per non sprecare neppure un centesimo delle risorse del Pnrr destinate all’agroalimentare, in particolare ai contratti di filiera e alla produzione di energia rinnovabile. Soddisfazione è stata poi espressa per la proroga al 2025 della “sugar tax”.

Al centro del confronto le misure che il Governo dovrà varare nell’ambito della delega fiscale declinata già con 9 decreti legislativi di cui 8 pubblicati in Gazzetta Ufficiale. Il presidente di Filiera Italia, Paolo De Castro, ha indicato nel credito d’imposta 4.0  e nelle indicazioni geografiche due aspetti di particolare rilevanza per il settore. Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia, ha sottolineato il nuovo approccio voluto nella comunicazione tra amministrazione e imprese che è stato sperimentato anche nei recenti blitz nei porti di Salerno e Bari in occasione dei quali Guardia di Finanza e Capitaneria di Porto sono state vicine ai gommoni della Coldiretti che tallonavano le navi cariche di prodotti stranieri, dal concentrato di pomodoro cinese al grano turco.

Molti i quesiti posti dai responsabili delle maggiori industrie agroalimentari italiane, dall’azienda Farchioni al Gruppo Veronesi, da Rummo a Bonduelle, da Cremonini a Coprob fino a Italmercati. Da tutti la richiesta di un fisco segnato da regole chiare e semplici in grado di assicurare che una volta ottenuto il via libera a un credito di imposta l’azienda poi, a distanza di anni, non possa ritrovarsi ad affrontare pesanti contenziosi.

La leva fiscale infatti è considerata dalle imprese uno strumento fondamentale per investire, guadagnare competitività e conseguentemente creare nuova occupazione. Ma finora, secondo quanto è emerso dagli interventi, le cose non sono sempre andate così e spesso gli imprenditori hanno dovuto affrontare quesiti a volte impossibili posti dall’amministrazione finanziaria. Le prime risposte e assicurazioni sono arrivate in diretta dal vice ministro che ha garantito la massima attenzione proprio all’innovazione.

Nella revisione fiscale, secondo le indicazioni del vice ministro, le direttrici saranno certezza del diritto, semplificazione (non più le mille pagine, un volume più corposo di Guerra e Pace per le istruzioni della dichiarazione dei redditi), lotta all’evasione  e riduzione, graduale, della pressione fiscale. Obiettivi ambiziosi da realizzare però con le risorse attualmente a disposizione, ma con il supporto delle nuove tecnologie, come l’Intelligenza artificiale. E soprattutto l’avvio di una nuova stagione nella fase di accertamento che deve partire, secondo i principi della delega fiscale, da un contraddittorio tra amministrazione e contribuente, perché “occorre lavorare ex ante”. Se non proprio “amico” sicuramente però mai più un Fisco vessatorio.

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