il Punto Coldiretti

A Villa Miani è nata l’agricoltura del futuro

Strategia e programmazione. Sono le parole chiave dell’azione della Coldiretti che si muove nel quadro di un disegno e di una visione ben definiti: sostenere gli agricoltori, difendere le produzioni nazionali , implementare l’attività agricola e rendere sempre di più “connessa” la maggiore rappresentanza agricola italiana ed europea al contesto nazionale e internazionale. E’ questa la chiave per comprendere l’impegno su più fronti riconosciuto ancora una volta in occasione del Forum internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione che si è svolto il 23 e 24 novembre a Vialli Miani a Roma (guarda tutti gli interventi nel sito dedicato ai lavori del Forum).

Con il presidente della Coldiretti Ettore Prandini e il segretario generale Vincenzo Gesmundo, hanno partecipato alla due giorni i vice presidenti del Consiglio e ministri delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini e degli Esteri e della Cooperazione internazionale, Antonio Tajani, del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Elvira Calderone, dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, dell’Interno Matteo Piantedosi, delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, degli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, dell’Economia e Finanze Giancarlo Giorgetti (che in collegamento ha accennato alla possibilità di dismettere i terreni agricoli di Stato, un’opportunità interessante per i giovani) e il vice ministro Maurizio Leo.

Oltre a un parterre ricchissimo di politici, responsabili di enti pubblici e privati, Luigi Ferraris ad di Ferrovie dello Stato, Paolo Scaroni presidente dei Enel, Claudio Descalzi ad di Eni e Catia Bastioli ad di Novamont, Matteo Zoppas, presidente Ice, Chiara Zaganelli direttore generale Ismea, Luigi Scordamaglia, ad di Filiera Italia, Marco Hannappel, presidente e ad di Philip Morris Italia, Federico Vecchioni ad di Bonifiche Ferraresi, Gianluca Lelli ad di Cai, esponenti di primo piano di enti di ricerca, professori universitari, politologi, medici e Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana.

Il dibattito in due giorni intensi ha spaziato dai temi specifici legati all’agricoltura e all’alimentare alla Intelligenza Artificiale, dalla riforma fiscale per il settore agricolo al Piano Mattei, dalla transizione ecologica con le opportunità dei biocarburanti fino ad analisi di alto profilo sulle due guerre in corso.
Prandini ha sottolineato i valori che la Coldiretti rappresenta e “grazie al lavoro dei nostri agricoltori la filiera agroalimentare ha raggiunto il record di 600 miliardi”.

In un momento di stagnazione è arrivato un record anche sul fronte dell’export. Ma Coldiretti vuole fare di più. Per esempio cogliere l’occasione dell’italiana sounding che vale 120 miliardi e che deve essere sostituito dai veri prodotti tricolore. Un fenomeno da stroncare ma che dà la misura della fame nel mondo del Made in Italy e dunque delle opportunità che si aprono sui mercati mondiali.

Il presidente ha rilanciato anche sul Piano Mattei che costituisce un’opportunità diversa per il Continente africano rispetto alla presenza di Francia e Cina. Si tratta infatti di un’azione non predatoria che si basa su un meccanismo formativo finalizzato allo sviluppo di quei territori. Si parte con 40mila ettari in cinque Paesi africani puntando a creare valore in quei territori. Un intervento che si richiama alla riforma agraria voluta fortemente da Coldiretti e che ha trasformato i mezzadri in contadini, “un termine – ha detto Prandini – di cui siamo fieri”. Internazionalizzazione dunque ad ampio raggio, centrata molto anche sull’Unione europea dove grazie al confronto con le istituzioni la Coldiretti con Filiera Italia ha dato un contributo decisivo per fermare due direttive, quella sui fitofarmaci e sugli imballaggi, che avrebbero provocato danni economici al sistema agroalimentare. Per ora è stato vinto il primo round, per questo Coldiretto si è appellata al Governo per centrare definitivamente l’obiettivo. Per quanto riguarda gli imballaggi il rischio non si limita ai danni per l’agroalimentare. Penalizza un Paese come l’Italia che ha conseguito risultati importanti sul riciclo e poi blocca un’attività produttiva italiana all’avanguardia, quella delle plastiche biodegradabili.

Per quanto riguarda i fitofarmaci Prandini ha spiegato che con la normativa proposta dalla Commissione “la nostra capacità produttiva subirebbe un taglio del 30%” con il paradosso che si darebbe una spinta all’import da Paesi terzi che usano più chimica.

Prandini ha poi ancora una volta rispedito al mittente le teorie favorevoli alla carne prodotta in laboratorio che 3 cittadini su 4 hanno comunque già bocciato, secondo quanto è emerso da un rapporto del Censis. ”Sapevamo – ha aggiunto il presidente – che ci saremmo esposti a una serie di attacchi a livello globale. Abbiamo fatto in modo di far emergere un argomento di cui non si voleva parlare. Noi diciamo che questi prodotti vanno trattati come medicine. E poi non noi ma un centro di ricerca statunitense ha rilevato un impatto sull’ambiente dei bioreattori di 24 volte superiore agli allevamenti, così come viene utilizzato un maggior quantitativo di acqua. E non ci prendiamo in giro sulle prospettive di nuove opportunità di lavoro nel nostro Paese. L’unico rischio per l’Italia è di perdere i valori delle filiere agroalimentari. E non credo neppure che sia la soluzione per sfamare i Paesi più poveri. Se l’Africa non è in grado di acquistare il cibo normale come si potranno permettere quelle popolazioni cibo da laboratorio? Noi vediamo – ha detto Prandini – per l’ Africa una possibilità di sviluppo diverso: il piano Mattei che riparte dall’agricoltura.

E sulla lotta alla carne sintetica “A scendere in campo – ha spiegato Gesmundo – non è la Coldiretti, ma i ricercatori italiani delle università pubbliche, ma non sarà una battaglia facile perché non farà prigionieri”. Il segretario generale ha ribadito che il business è nelle mani di una dozzina di big che operano nel campo della farmaceutica, dell’hi tech e della comunicazione che rappresentano l’1% della ricchezza planetaria.

Prandini è entrato nel vivo delle questioni squisitamente agricole. A partire dai contratti di filiera su cui Coldiretti ha investito molto puntando sulle migliori intelligenze del Paese. Sono stati presentati i progetti migliori e grazie a un confronto con il Governo Coldiretti ha ottenuto un aumento della dotazione fino a 2 miliardi. E grazie all’aggiornamento del Pnrr saranno potenziate misure anche per l’agricoltura. L’annuncio del ministro Giorgetti è arrivato nella giornata conclusiva. Il ministro ha anche parlato dell’impegno per la valorizzazione del patrimonio fondiario.

Insomma l’aver puntato sul Pnrr per la coldiretti si è rivelata la carta giusta. Come l’azione in favore di fotovoltaico, biometano e biogas che nell’interesse dei produttori agricoli la Coldiretti sta sostenendo anche con accordi firmati con Eni e Italgas. Questi i risultati del dialogo di Coldiretti con la politica e il mondo produttivo. Un confronto quanto mai necessario in una fase segnata da riforme e cambiamenti. In ballo c’è per esempio una delega fiscale che prevede interventi anche per il sistema agricolo. Il vice ministro Maurizio Leo al Forum ha spiegato che occorre allineare le norme civilistiche che con la legge di Orientamento hanno compiuti passi avanti a quelle fiscali ferme agli Anni Settanta. Leo ha affermato che bisogna tener conto dell’evoluzione dell’attività agricola, dall’idroponico alla vertical farming che rientrano attualmente nel reddito di impresa. L’idea è di ricomprendere sotto l’ombrello dell’attività agricola entro un certo limite tutte quelle attività innovative entro un certo limite.

Tantissimi e svariati temi dunque, perché Coldiretti, come ha riconosciuto il filosofo Massimo Cacciari affronta le questioni in modo pluralista. Siamo usciti – ha dichiarato Prandini – dagli steccati dove si parla solo di agricoltura, siamo un’associazione pluralista che guarda alla società e con soggetti che anche se sembrano lontani sono invece vicinissimi al nostro settore. Così come è sempre più spiccata la propensione a investire in innovazione e ricerca che va dai droni alla blockchain. E da qui la capacità di essere sui mercato, ma anche di rivendicare diritti come quello alla reciprocità. Per dire no alla concorrenza sleale di prodotti che arrivano da Paesi dove non viene garantita la sicurezza per l’uso di sostanze vietate in Europa e dove si sfrutta la manodopera minorile. Così come Coldiretti è in primo piano sul fronte del lavoro, ed è stata l’unica a sottoscrivere protocolli per contrastare il caporalato come ha riconosciuto il ministro Piantedosi. E così le parole d’ordine per un’azione di medio lungo termine restano “coraggio, identità e lungimiranza”.

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