Cambiano i consumi del vino, rivoluzione nel bicchiere
Negli ultimi 20 anni, il consumo di vino in Italia è calato da 29,3 milioni di ettolitri nel 2003 a 21,8 milioni nel 2023. Diminuisce il consumo anche in Europa e più in generale a livello globale. Tra 2003 e 2023 sono diminuiti di 18 milioni di ettolitri a causa del cambiamento delle abitudini di consumo. Si assiste pero’ ad uno spostamento dei consumi che crescono in altre aree come Stati Uniti, Asia e Australia. E’ quanto emerge dall’indagine Nomisma Wine Monitor, presentata al terzo Forum Mondiale delle Donne del Vino, che fotografa la realtà del settore. Il panorama vitivinicolo italiano si distingue per la presenza di 30.000 aziende di trasformazione, di cui 1.800 a carattere industriale e di 241.000 imprese agricole impegnate nella fase iniziale della filiera che generano un fatturato complessivo di 16 miliardi di euro realizzato con 7,8 miliardi di euro di export. La filiera vitivinicola dà lavoro a 74.000 addetti diretti, ma il numero sale a 1,3 milioni considerando logistica, distribuzione, ristorazione e turismo enogastronomico. L’Italia è il primo produttore mondiale di vino, ma si posiziona al secondo posto per valore delle esportazioni, superata dalla Francia (12 miliardi di euro). Seguono a Spagna, che registra alti volumi ma valori più contenuti. Tra i trend interessanti l’enoturismo con un giro d’affari in Italia di 2,9 miliardi di euro nel 2023, rappresenta una risorsa strategica, soprattutto per le piccole aziende, e registra una rapida crescita. La tendenza soprattutto pere nuove generazioni, sono i vini sostenibili, biologici, autentici e capaci di raccontare una storia. I giovani praticano l’enoturismo visitando le cantine, prediligono un packaging leggero e innovazioni di prodotto come le edizioni limitate. Aumentano i consumatori di vino occasionali (da 45% a 60%) |