il Punto Coldiretti

Carne sintetica: l’Ue si allinea a Coldiretti e viaggia verso lo stop

Gli scudi sono caduti. Sulla carne sintetica la maggioranza dei paesi europei ha espresso un chiaro no, mentre la scienza  va avanti. Tutti gli “argomenti” sostenuti dai favorevoli alla nuova dieta alimentare “creata” in laboratorio sono stati platealmente sconfitti. In nome della scienza  infatti un’agguerrita  pattuglia, che certo non rappresenta i cittadini che in  gran parte si erano  dichiarati contrati ai cibi in provetta, aveva attaccato frontalmente la Coldiretti “rea” di aver acceso la luce su un business che rischiava di lambire anche l’Europa nel più assordante silenzio.

La Coldiretti è finita sotto attacco, accusata di oscurantismo perché  avrebbe tentato di fermare la ricerca. Nessuno dei denigratori ha avuto l’onesta intellettuale di riconoscere invece il vero lavoro portato avanti dalla prima organizzazione agricola europea e cioè  intanto di capire i processi di lavorazione. Un compito, per la verità arduo, perché le aziende impegnate in questa produzione non hanno svelato le loro “ricette”. 

Ma Coldiretti è andata oltre. Ha chiamato a raccolta medici, in particolare pediatri e gastroenterologi, e ricercatori per sapere da chi è impegnato sul fronte della sanità rischi e vantaggi delle nuove proposte alimentari. E nelle numerose occasioni di confronto in questi oltre due anni di battaglia di valutazioni positive non ce ne sono state. Coldiretti  ha poi chiesto che le ricerche proseguissero nei maggiori istituti di ricerca pubblica.  E poi l’altro fronte, l’Unione europea. 

I “gufi” pronosticavano  un isolamento del nostro Paese, l’apertura di procedure di infrazioni. Insomma la solita Italia che non tiene il passo con la modernità, e per colpa di una Coldiretti che  ha il peccato originale di avere nel suo Dna l’impegno a tutelare l’agricoltura italiana, difendendone identità, qualità e sicurezza. Ma il documento presentato dalla maggioranza dei Paesi europei condiviso da big come la Francia, che ha presentato una proposta normativa contro la carne finta copiata dalla legge approvata dall’Italia, prima a vietare produzione, commercializzazione ed importazione, la Spagna e l’Austria ha sparigliato tutte le carte. Confermando che le battaglie della Coldiretti sono di avanguardia e non di retroguardia.

E ora che una prima bandierina è stata piazzata sullo scacchiere europeo tutti sono pronti a salire sul carro del vincitore spacciando opposizioni che in realtà nessuno finora ha registrato. Un fatto è certo e inequivocabile la partita la Coldiretti l’ha giocata da sola. Da sola ha raccolto le firme in oltre duemila Comuni,  ha coinvolto tutte le regioni, ha convinto parlamentari di tutti i partiti anche se qualcuno poi in sede di approvazione in Parlamento si è tirato indietro.  Uno schieramento ampio di oppositori di cui il Governo non poteva certo non tenere conto. E così la legge è arrivata al traguardo.

E ora la Commissione Ue deve prendere atto della bocciatura da parte della maggior parte dei Paesi di latte, carne e pesce realizzati nei bioreattori. D’altra parte Coldiretti non è nuova a queste prese di posizione. Sull’obbligo di indicare in etichetta la provenienza della materia prima  è andata più o meno allo stesso modo. Violenti attacchi in Italia,  in quel caso i tempi non erano ancora maturi a Bruxelles che poi però nel corso degli anni ha cambiato orientamento e l’indicazione dell’origine è ampiamente acquisita. Nel nostro Paese non c’è più una pasta, un biscotto o una verdura che non sia pubblicizzata  enfatizzando l’origine rigorosamente 100% made in Italy. Così come  non c’è discorso dei vertici dell’Unione europea che non faccia riferimento, parlando di agricoltura, alla necessità di tutelare qualità e sicurezza alimentare.

Soprattutto dopo lo choc della pandemia e delle due guerre in corso. Sono solo due delle mille “vertenze” aperte da Coldiretti  negli ultimi venti anni che hanno avuto solo il difetto di essere lanciate in anticipo sui tempi. Come per esempio la vendita a km0 o i mercati dei contadini anche questi, al loro debutto, oggetto di critiche. Ma Coldiretti non è arretrata di un passo e il risultato è che i farmer market si sono trasformati non solo in un fenomeno italiano, ma addirittura in un modello da esportazione.Un copione che si sta ripetendo con la carne sintetica.

Mentre  anche negli Stati Uniti qualche dubbio comincia a spuntare. Come è emerso anche dalle campagne giornalistiche che negli States sono particolarmente influenti. E ora la scienza (quella con la lettera minuscola)  cosa risponde? Che  quasi tutti i Paesi europei sono oscurantisti?  Una volta tanto sarebbe il caso di brindare a una vittoria italiana finalizzata solo a difendere un prezioso patrimonio. Anche se è chiaramente targata Coldiretti.

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