il Punto Coldiretti

Nasce l’associazione delle imprese faunistico-venatorie, Prandini alla protesta delle Regioni contro i cinghiali

Nasce la prima associazione delle imprese faunistico venatorie per rappresentare un settore importante dell’agricoltura italiana capace di creare economia sul territorio, costituire un argine alla proliferazione indiscriminata di fauna selvatica, tutelare l’ambiente da incendi e dissesto e combattere il cambiamento climatico valorizzando il ruolo dei boschi di catturare Co2. La nuova realtà Agrivenatoria Biodiversitalia (Ab) promossa dalla Coldiretti e dal Comitato Nazionale Caccia e Natura (Cncn) è stata presentata a Palazzo Rospigliosi a Roma, alla presenza, tra gli altri, del presidente della Coldiretti Ettore Prandini, del segretario generale Vincenzo Gesmundo, del presidente del Cncn Maurizio Zipponi, del sottosegretario del Ministero delle Politiche agricole Francesco Battistoni e del presidente di Coldiretti Roma, Niccolò Sacchetti. Un evento storico, come ha spiegato Gesmundo, poiché la nuova associazione, darà finalmente voce, visibilità e sostegno alle riserve di caccia.

“Siamo convinti che oggi ci sia un vuoto di rappresentanza nel rapporto tra aziende agrivenatorie, il mondo agricolo e quello delle istituzioni che deve essere colmata da un soggetto come Coldiretti, che sappia dare assistenza e valore aggiunto ad un settore strategico per il Paese” ha fatto eco Maurizio Zipponi. “Negli ultimi anni 800mila ettari di terreni fertili sono stati abbandonati in molti casi proprio a causa della proliferazione della fauna selvatica ” ha ricordato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini che ha partecipato anche alla protesta da parte delle Regioni al Cinsedo a Roma, sul fatto la bozza di decreto interministeriale che prevedeva l’ampliamento del periodo di caccia al cinghiale e la possibilità da parte delle Regioni di effettuare piani di controllo e selezione nelle aree protette è rimasta lettera morta.

Ma la nuova associazione punta anche a valorizzare il ruolo del cacciatore di presidio delle aree interne”. Un esempio è la valorizzazione del ruolo turistico delle aziende faunistico venatorie, sulla scorta di quel che è stato fatto negli anni passati con l’enoturismo, avviando al contempo un lavoro con le scuole. E un’opportunità importante può venire anche dalla creazione di una nuova filiera agroalimentare della carne di selvaggina, capace di creare valore economico soprattutto nelle aree svantaggiate.

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