Coronavirus, ok alla vendita diretta in comune diverso dalla sede dell’azienda
Le aziende agricole che vendono direttamente e che non possono continuare tale attività, poiché i clienti non possono raggiungere lo spaccio aziendale a causa delle limitazioni imposte dall’emergenza Coronavirus, sono autorizzate a proseguire la vendita diretta in un Comune diverso da quello in cui è ubicata la loro azienda. E’ la risposta fornita dal Governo nella sezione Faq domande frequenti relativamente ai quesiti posti dagli operatori del settore agricoltura, allevamento e pesca. La condizione richiesta, precisa il Governo, è che i luoghi dove viene spostata la vendita diretta siano organizzati per assicurare il distanziamento sociale previsto dalle prescrizioni sanitarie. Infatti è consentito lo spostamento degli imprenditori agricoli, anche al di fuori dei Comuni nei quali abitualmente esercitano la propria attività , qualora gli spostamenti siano giustificati da comprovate esigenze lavorative (ad es. per raggiungere il locale nel quale si svolge la vendita diretta) e ciò anche in considerazione del fatto che le normative per il contenimento del contagio da coronavirus ammettono comunque l’attività di produzione, trasporto, commercializzazione e consegna di prodotti agricoli e alimentari. Naturalmente gli spostamenti devono tener conto di eventuali ordinanze regionali che abbiano posto specifiche condizioni relativamente alla mobilità extracomunale. In ogni caso è necessario attenersi alle prescrizioni riguardanti la prova delle esigenze lavorative (autocertificazioni) ed alle disposizioni igienico-sanitarie, amministrative, fiscali ecc.. |
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