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Cresce a gennaio l’interscambio agroalimentare ma l’import aumenta più dell’export, boom dall’Ucraina

Sono dati relativi a gennaio, quindi prima del conflitto in Ucraina, ma sono significativi   perché evidenziano il peso delle esportazioni ucraine nella Ue. Il report della Commissione Ue sull’andamento dell’ex-import agroalimentare, pubblicato il 3 maggio, evidenzia  un netto aumento dell’import rispetto all’export. A gennaio 2022 il valore totale del commercio agroalimentare dell’Unione europea ha raggiunto 28,3 miliardi con un aumento del 25% sullo stesso periodo del 2021 e del 16% sulla media degli ultimi tre anni. L’export a quota 15,8 miliardi è cresciuto del 16%, l’import a 12,5 miliardi ha segnato +38 per cento.  Si tratta di un trend – spiega lo studio – iniziato nell’autunno del 2021.  I principali fornitori della Ue sono stati Usa e Brasile, seguiti da Regno Unito e Ucraina. Questi quattro paesi rappresentano il 35%  del totale dell’import.

Prima del conflitto, sottolinea la Commissione, le importazioni dall’Ucraina erano cresciute dell’88%  in un anno per raggiungere un valore di 1 miliardo di euro al traino principalmente dei cereali (+136%). Le importazioni dagli Stati Uniti sono salite del 16% e del 67% quelle dalla Cina.

Per quanto riguarda l’export gli incrementi più consistenti riguardano Stati Uniti  e Regno Uniti. Questi due Paesi insieme alla Cina, dove comunque le spedizioni sono calate del 28%,  rappresentano il 40% di tutte le esportazioni agroalimentari dell’Ue.

L’analisi relativa ai prodotti  evidenzia che  a guidare  l’export Ue sono stati preparazioni di cereali e prodotti molitori, lattiero-caseari, vino e prodotti a base di vino. Rappresentano un quarto di tutte le vendite agroalimentari  e hanno aumentato i loro valori. In calo invece la carne suina.

Per quanto riguarda le importazioni,  semi oleosi e colture proteiche (14% di tutto l’import nel 2021)  hanno raggiunto 1,7 miliardi di euro a gennaio 2022. Il valore delle importazioni di oli vegetali è aumentato dell’89% ( a quota  900 milioni), principalmente trainato dall’olio di colza. Crescita del 6% per la frutta ( 1,6 miliardi di euro), mentre sono calati del 18% gli acquisti di olive e olii di oliva.

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