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Decreto Lavoro: Assegno di inclusione per 733mila nuclei

A seguito della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il 4 maggio scorso del Decreto Lavoro che contiene misure urgenti per l’inclusione sociale e l’accesso al mondo del lavoro, si aprono i pronostici sulla nuova misura che andrà a sostituire dal 1° gennaio 2024 il Reddito di Cittadinanza. In realtà le misure sono due: quella prettamente assistenziale, vale a dire l’assegno di inclusione che potrà essere richiesta solo dalle famiglie al cui interno vi sia almeno un minore, un disabile o un anziano e il nuovo strumento del supporto per favorire il reinserimento lavorativo degli “occupabili”.

Secondo le stime contenute nella Relazione tecnica del Senato potrebbero essere 733 mila, nel solo 2024, i nuclei familiari beneficiari dell’assegno di inclusione (se ne contano 808 mila nel 2033). Sempre secondo gli esperti, la proiezione decennale della spesa annua sarà pari a circa 5,5 miliardi nel 2024 per superare di poco i 6 miliardi nel 2033.

Questa misura promette dal 2024 di fornire un sostegno economico e di inclusione sociale e professionale, sulla base della presentazione dell’Isee per misurare la situazione reddituale del nucleo, a patto che nei casi previsti si aderisca a un percorso ad hoc di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa. Così, il nuovo sussidio diverrà una misura nazionale di contrasto alla povertà e alla fragilità delle fasce deboli della popolazione, attraverso la previsione di percorsi di reinserimento sociale, di formazione e di politica attiva del lavoro dei componenti abili al lavoro. Scopriamo le principali caratteristiche di questo aiuto.

L’Assegno di inclusione. Consiste in un’integrazione del reddito familiare fino a 6 mila euro annui (500 mensili) a cui si aggiunge un contributo per l’affitto fino a 3.360 l’anno. Per poterlo percepire, il valore dell’Isee in corso di validità non deve essere superiore a 9.360€, oltre a un valore del reddito familiare inferiore ad una soglia di euro 6.000 annui moltiplicata per il corrispondente parametro della scala di equivalenza (ad esempio in presenza di familiari con disabilità grave o in condizioni di non autosufficienza, ecc.).

L’assegno andrà richiesto telematicamente attraverso i consueti canali, anche tramite i Patronati, all’Inps che procederà alla verifica delle condizioni di accesso incrociando i dati presenti nelle varie banche dati, oltre ai dati in possesso di comuni, Ministero della giustizia, Anagrafe tributaria, e così via. Sono previste limitazioni in presenza di eventuali disposizioni di natura cautelare, in relazione al possesso di beni immobili e mobili di un certo valore.

Durata – L’assegno verrà erogato per diciotto mesi e potrà essere rinnovato, previa sospensione di un mese, per periodi ulteriori di dodici mesi.

Il Supporto per la formazione e il lavoro interesserà esclusivamente le persone tra i 18 e i 59 anni. Partirà da settembre e si sostanzierà in un’indennità di partecipazione a programmi formativi e di attivazione lavorativa, che potrà arrivare fino a 350 euro mensili a persona per un periodo massimo di dodici mesi.

La Relazione tecnica stima che beneficeranno del Supporto per la formazione e lavoro 436 mila nuclei familiari che a cui corrispondono 615 mila persone, per una spesa annua pari a 1,3 miliardi nel 2024. “Per il 2024 si ipotizza – precisa la Relazione- un numero di assunzioni pari a 25 mila all’anno per i contratti a tempo indeterminato e 55/mila anno per i contratti a tempo determinato e stagionali, che dal 2025 diventano 6 mila e 13 mila rispettivamente”.

 

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