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Filiere, Pac, distintività: ecco l’agenda programmatica della Coldiretti

Filiere, distintività, Pac, servizi, difesa dei marchi italiani, internazionalizzazione, etichettatura e blockchain, sostenibilità, educazione alimentare, fauna selvatica, semplificazioni.
Sono alcune delle parole d’ordine dell’Agenda programmatica che indirizzerà l’attività della Coldiretti nel 2019 e nei prossimi anni, presentata dal presidente Ettore Prandini nel corso dell’assemblea dei presidenti regionali e provinciali svoltasi all’Hotel Ergife di Roma, con la presenza del segretario generale Vincenzo Gesmundo e di ospiti come il procuratore Francesco Greco, l’ex ministro Giulio Tremonti, Giuseppe De Rita del Censis, Gherardo Colombo di Uecoop, Luigi Scordamaglia di Filiera Italia, Federico Vecchioni di Bonifiche Ferraresi. Una due-giorni di lavori con gli interventi dei membri della Giunta nazionale e dei rappresentanti dei movimenti, dai giovani alle donne fino ai pensionati.

La forza della distintività

“Inizia sicuramente una stagione in continuità con quello che abbiamo rappresentato negli anni scorsi, ma una stagione con nuove sfide che noi dobbiamo intraprendere” ha esordito Prandini. Nell’agroalimentare aumentano i consumi e aumenta il valore economico ma crescono anche i processi di concentrazione. In una tale situazione, “il valore della distintività è il nostro punto di forza. Noi vinciamo nel momento in cui siamo distintivi, noi vinciamo nel momento in cui rappresentiamo una storia e una qualità di prodotto diverse rispetto a quelle che possono fare altri. E’ per questo che la conquista dell’etichettatura è una grande vittoria”.

Blockchain e  internazionalizzazione

Nei prossimi anni, l’obiettivo è di portare a ricaduta ciò che questo straordinario strumento normativo consente, senza escludere le nuove frontiere dell’innovazione tecnologica, nella fattispecie della blockchain, una nuova piattaforma digitale.
Ma la tutela del vero agroalimentare italiano passa anche dalla difesa dei marchi storici, fermando la svendita all’estero, e, soprattutto, dall’internazionalizzazione. “Dobbiamo capire – ha spiegato Prandini – che oggi l’Italia unita non è uno slogan, ma serve a poter vincere le competizioni a livello mondiale. Noi ci dobbiamo muovere come Paese, dal sud al nord”.
In questa direzione è importante razionalizzare l’intero sistema di promozione, dalle Camere di Commercio al sistema delle fiere, concentrando le risorse a disposizione su alcuni singoli poli, fino alla riforma delle ambasciate. Ma anche i ristoranti italiani all’estero, quelli realmente italiani, potrebbero diventare una piattaforma per i prodotti Made in Italy.

Sindacato imprenditoriale di filiera

Dal punto di vista del mercato si conferma il nuovo ruolo di Coldiretti come sindacato imprenditoriale di filiera, con la nuova stagione dei contratti di filiera. “Un altro tema che è fondamentale – ha continua il presidente di Coldiretti – è il rapporto con la nostra base associativa, a partire dai servizi”.
Ma nell’agenda programmatica di Coldiretti si parla anche di sostenibilità, dalla difesa del suolo all’economia circolare, che va dall’esperienza di filiera corta del mercati di Campagna Amica ai progetti per il biogas. “Partiamo dall’agricoltura, partiamo da quelli che ci venivano contestati come rifiuti e come scarti – ha sottolineato Prandini -, dando una possibilità economica alle nostre imprese e dando una risposta di carattere ambientale al Paese”.
Restando in tema di Campagna Amica, si prevede un irrobustimento strutturale dei mercati, a partire da quelli coperti. E resta importante pure il ruolo della multifunzionalità, dagli agriturismi alle esperienze di agricoltura sociale, ma anche il tema dell’educazione alimentare. Sul fronte dei progetti si lavora anche alla chimica verde.

Il nodo infrastrutture

Per le infrastrutture occorre superare i ritardi tra il Nord e il Sud del Paese a partire dagli snodi ferroviari, essenziali nella circolazione delle merci, specie quelle deperibili come l’ortofrutta, ma anche intervenire sull’assetto del territorio per combattere gli effetti dei cambiamenti climatici, creando tanti piccoli e medi invasi di carattere naturale “dove l’acqua che andremo a recuperare nel periodo autunnale e invernale la utilizziamo per l’irrigazione anche dei terreni, oltre che per la produzione energetica”.

La nuova Pac

Sulla Pac Prandini ha detto che “non si può essere contenti della diminuzione costante delle risorse. Quando in Europa è stata pensata la Politica agricola comune, era la prima voce in termini di bilancio di cui impegnava circa l’80 per cento. Perché mi dovrei accontentare che oggi siamo appena sopra il 30 per cento del bilancio comunitario? Noi dobbiamo tener presente il fatto che l’agricoltura è l’unico settore produttivo rispetto ad altri che non può avere finanziamenti di carattere nazionale. Tutti gli altri sì, noi no. Penso però allo stesso tempo, per essere credibili, dobbiamo denunciare quando le Regioni non funzionano nella gestione dei Psr, i Piani di sviluppo rurale. Non possiamo andare in Europa a chiedere più risorse e su tutte le programmazioni e i piani di sviluppo rurale noi restituiamo soldi alla Ue perché non siamo stati in grado di usarli”.

Fauna selvatica e burocrazia

Ulteriore tema caldo nell’agenda Coldiretti è quello della fauna selvatica. “La presenza dei cinghiali sui territori – ha denunciato Prandini – crea meccanismi per i quali le stesse aziende agricole cambiano quelli che sono i loro sistemi produttivi, perché sono stufe di seminare e non raccogliere”. Resta aperto anche il problema della semplificazione e dell’eccessiva pressione burocratica.

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