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Florovivaismo, dall’Ue servono misure più efficaci

Non soddisfano le misure proposte della Commissione per il settore florovivaistico europeo messo in ginocchio dalla crisi legata al Coronavirus. E’ questo il parere di Coldiretti, dopo che sono state rese note le misure proposte dall’esecutivo dell’Unione. Si tratta dell’autorizzazione di accordi tra agricoltori, associazioni di agricoltori, e associazioni di dette associazioni, organizzazioni di produttori (OP), associazioni di organizzazioni dei produttori (AOP) e organismi interprofessionali (OI), accordi normalmente vietati dal Trattato, per le seguenti misure: ritiri di mercato per distribuzione gratuita, misure di promozione comune, e pianificazione della produzione per un periodo massimo di sei mesi.

Misure decisamente irrealizzabili in Italia, ma che non convincono neppure i produttori florovivaistici degli altri paesi. Le misure previste sono insufficienti e non avranno alcun effetto rilevante nella crisi, non offrendo alcun sollievo tangibile e immediato agli imprenditori del settore florovivaistico dell’Unione che si trovano ad affrontare gravi problemi finanziari, tra cui problemi di liquidità e costi elevati di gestione delle produzioni invendute.

L’emergenza Coronavirus sta mettendo in ginocchio uno dei settori più belli e amati del made in Italy, quello del florovivaismo, con una stima di un miliardo (di pezzi) di fiori e piante che sono appassiti e andati distrutti a causa del divieto di cerimonie come battesimi, matrimoni, lauree e funerali, dell’obbligo di chiusura di fioristi, garden, cimiteri, mercati, ma anche per il blocco della mobilità delle persone, in conseguenza delle misure di prevenzione sanitaria per contrastare la diffusione del virus Covid-19, adottate in Italia, con diversi decreti, a partire dall’8 di marzo.

In Italia sono crollati gli acquisti di fiori recisi, di fronde e fiori in vaso, le produzioni tipiche della primavera e si sono fermate anche le vendite e l’export di alberature e cespugli, in un periodo in cui, per molte aziende, si realizza oltre il 75% del fatturato annuale, grazie ai tanti appassionati dal pollice verde che con l’aprirsi della stagione riempiono di piante e fiori case, balconi e giardini. Allo stesso modo si sono bloccate le attività di realizzazione e manutenzione del verde pubblico e privato. Anche se, grazie all’azione di Coldiretti, alcune attività sono, seppur parzialmente e tra mille difficoltà, ripartite.

Alla situazione interna del paese, si è aggiunto il propagarsi dell’emergenza sanitaria in molti paesi con cui l’Italia ha rapporti commerciali per l’export, con il conseguente blocco delle vendite, disdette degli ordini, mancato rispetto dei contratti. Un vero disastro per un settore dove sono impegnate 27.000 imprese florovivaistiche con dipendenti per oltre 4.000.000 di giornate lavorative, per un valore di circa 3 miliardi di euro, di cui oltre 900 milioni di euro di esportazioni, una filiera che, nel suo complesso, occupa oltre 200.000 persone, che ora si trova in gravissime difficoltà.

Il settore ha bisogno di misure urgenti per dare liquidità alle aziende, che hanno sostenuto anticipazioni colturali per centinaia di migliaia/milioni di euro per le produzioni che non hanno potuto essere commercializzate a causa dei provvedimenti sanitari citati. Senza liquidità non potranno essere avviati nuovi cicli colturali per la ripresa delle attività commerciali normali che si stima, come detto, visto il decorso dell’emergenza sanitaria e la stagionalità del settore, non avverrà prima di settembre. Senza liquidità è fortemente a rischio la sopravvivenza della quasi totalità delle aziende che dovranno sostenere le anticipazioni colturali anche per la prossima campagna 2021, perché le produzioni 2021, soprattutto per il vivaismo, devono già essere impostate oggi con innesti e trapianti.

Tutto questo rende oltremodo difficile la gestione finanziaria delle imprese. Si ricorda, in questo grave momento per il settore, che le aziende florovivaistiche non hanno mai avuto una OCM specifica per il settore che ne sostenesse l’attività e che la stessa PAC ha riguardato solo marginalmente le imprese florovivaistiche, penalizzate da superfici ridotte, ma di grande impatto economico e sociale per il notevole volume di lavoro ed occupazione impiegato. E’ per questi motivi che Coldiretti ha richiesto, a livello nazionale ed europeo, misure adeguate alla gravità della situazione.

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
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