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Florovivaismo: nuove opportunità dalla normativa sul ripristino della natura

La Commissione europea ha recentemente presentato la proposta relativa alla Normativa sul ripristino della natura per riparare i danni causati alla natura in Europa entro il 2050. Si tratta del primo atto legislativo che mira esplicitamente a ripristinare la natura in Europa, riparando l’80% degli habitat europei in cattive condizioni e migliorando tutti gli ecosistemi, comprendendo quindi le foreste, i terreni agricoli, oltre agli ecosistemi marini, di acqua dolce e urbani.

La nuova normativa si basa sulla legislazione esistente ma non si limiterà alle zone protette dalla direttiva habitat e Natura 2000 e ogni Stato Membro dovrà elaborare dei piani nazionali di ripristino.

Gli obiettivi proposti dalla normativa sono i seguenti:

• l’inversione del declino delle popolazioni di impollinatori entro il 2030 e, successivamente, l’aumento di queste popolazioni;

• nessuna perdita netta di spazi verdi urbani entro il 2030, un aumento del 5 % entro il 2050, una copertura arborea minima del 10% in ogni città, piccola città e periferia europea e un guadagno netto di spazi verdi integrati negli edifici e nelle infrastrutture;

• negli ecosistemi agricoli, l’aumento complessivo della biodiversità e una tendenza positiva per le farfalle comuni, l’avifauna nelle aree agricole, il carbonio organico nei suoli minerali coltivati e gli elementi caratteristici del paesaggio ad alta diversità sui terreni agricoli;

• il ripristino e la riumidificazione delle torbiere drenate a uso agricolo e nei siti di estrazione della torba;

• negli ecosistemi forestali, l’aumento complessivo della biodiversità e una tendenza positiva per quanto riguarda la connettività delle foreste, il legno morto, la percentuale di foreste disetanee, l’avifauna forestale e le riserve di carbonio organico;

• il ripristino degli habitat marini quali le colture marine o i fondali di sedimenti e il ripristino degli habitat di specie marine emblematiche quali delfini e focene, squali e uccelli marini;

• l’eliminazione delle barriere fluviali in modo che almeno 25 000 km di fiumi siano trasformati in fiumi a flusso libero entro il 2030.

 

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