Fondi Ue per le lobby green: esplode il “Timmermans gate”, Coldiretti lo aveva denunciato per prima
La Commissione europea avrebbe utilizzato fondi Ue per finanziare una rete di Ong con lo scopo di “promuovere l’agenda green dell’ex commissario e vicepresidente Frans Timmermans”. La rivelazione del quotidiano olandese De Telegraaf (leggi qui l’articolo completo) sulla base di una inchiesta partita da Amsterdam che cita infatti contratti riservati, tra cui uno da 700mila euro, pagati “per orientare il dibattito sull’agricoltura”. Contratti grazie ai quali “per anni la Commissione Ue ha sovvenzionato, tramite il programma Life, una rete di lobby ecologiste per fare pressioni a favore del Green Deal”. Secondo De Telegraaf “alle organizzazioni finanziate da Bruxelles sono stati addirittura assegnati obiettivi precisi di lobbying verso eurodeputati e Paesi membri per accelerare l’attuazione della nuova strategia green”. Una pratica criticata addirittura dall’attuale Commissione che, per bocca del titolare al Bilancio Piotr Serafin, in seduta plenaria del Parlamento, ha ammesso come sia stato “inopportuno per alcuni servizi della Commissione sottoscrivere degli accordi che obbligano le Ong a fare lobby con i membri del Parlamento europeo”. Il “Timmermans-Gate” non sorprende la Coldiretti che “già dal 2021, è stata la prima e l’unica a denunciare l’imbroglio verde e come dietro i processi di falso ambientalismo ci potesse essere ben altro, compresa anche la spinta da parte di multinazionali che hanno interessi economici legati ad altre forme di business come quello dei cibi fatti in laboratorio, su cui sta investendo una lobby di oligarchi multimiliardari”. “L’inchiesta del quotidiano olandese De Telegraaf ha svelato ciò che avevamo denunciato con fermezza già anni fa sollevando ripetutamente dubbi su presunti conflitti di interesse. Se quanto emerso dovesse essere confermato, la verità è che abbiamo sempre avuto ragione nel sostenere che dietro il Green Deal di Timmermans si nascondeva un’agenda politica a senso unico, capace solo di favorire interessi di parte e non di garantire l’equilibrio tra la sostenibilità ambientale e la necessità di proteggere la nostra agricoltura, infliggendo gravi danni alle filiere agricole in nome di un ambientalismo ideologico” hanno affermato il Segretario generale di Coldiretti Vincenzo Gesmundo e il presidente Ettore Prandini. “Pretendiamo trasparenza e chiediamo che la Commissione europea faccia chiarezza. Per troppi anni – concludono – è stata demonizzata ingiustamente la figura dell’agricoltore e del coltivatore diretto che, restano i veri custodi del territorio, dell’ambiente e del patrimonio agroalimentare”. E’ tempo di cambiare pagina. |
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