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Fondo sovranità per le aziende agricole, ecco i settori interessati

Definite le modalità operative del Fondo per la sovranità alimentare (previsto dalla Legge di Bilancio del 2023) che ha stanziato 25 milioni per ciascuna annualità 2023, 2024, 2025 e 2026 per gli aiuti a favore delle filiere del mais, delle proteine vegetali (legumi e soia) del frumento tenero, dell’orzo, delle carni bovine collegate alla linea «vacca-vitello» e delle carni bovine Sqnz (Sistema di qualità nazionale zootecnia).

Il provvedimento è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 21 settembre scorso. A questo punto l’Agea dovrà pubblicare un provvedimento con le istruzioni per la presentazione delle domande.

L’intervento è finalizzato a sostenere le produzioni di alcuni cereali e proteaginose di base per rafforzare il sistema agricolo a fronte dell’aumento dei costi; valorizzare i contratti di filiera, anche con i soggetti attivi nel settore del commercio, nei comparti maidicolo, delle proteine vegetali, delle carni bovine collegate alla linea «vacca-vitello» e delle carni bovine Sqnz.

Le risorse sono così suddivise: 8 milioni per la filiera del mais, 5 milioni per la filiera delle proteine vegetali, 4 milioni per la filiera del frumento tenero, 3 milioni per la filiera dell’orzo e 5 milioni per la filiera carni bovine collegate alla linea «vacca-vitello» e delle carni bovine Sqnz.

Possono ottenere gli aiuti i soggetti che hanno sottoscritto direttamente o attraverso cooperative, consorzi e organizzazioni di produttori riconosciute contratti di filiera di durata almeno triennale. Il massimale dell’aiuto per ettaro è di 400 euro per il mais, 250 per le proteine vegetali, 300 euro per il frumento tenero, 200 euro per l’orzo.

Il decreto sottolinea che le misure sono state attivate tenendo conto delle difficoltà rilevate in alcune filiere particolarmente colpite dalle crisi di mercato a causa della instabilità geopolitica determinata dal conflitto in Ucraina.

Una situazione che si è aggiunta ai guasti provocati dalla pandemia. Secondo le rilevazioni dell’Ismea nel 2022 gli esborsi degli agricoltori sono cresciuti del 23% dopo il +6,4% del 2021. Con il rialzo dei costi medi del 54% secondo il Crea per il 30% delle aziende è stimato un reddito negativo.

Da qui dunque la necessità di un sostegno per incrementare la competitività di alcuni settori.

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