il Punto Coldiretti

Gesmundo: “Senza i contadini, in Europa non si governa

«Senza i contadini, in Europa non si governa». Con queste parole il segretario generale di Coldiretti, Vincenzo Gesmundo, ha concluso il suo intervento al Forum internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione di Coldiretti in corso a Roma che ha affrontato i nodi più delicati della politica europea, dal bilancio comunitario al peso delle nuove spese per la difesa. Il segretario generale ha espresso preoccupazione per la crescente distanza tra le istituzioni europee e i cittadini: «Se i popoli vanno da una parte e l’Unione Europea dall’altra, significa che qualcosa non funziona. Il progressivo indebolimento della linfa democratica è evidente: lo dimostrano la bassa partecipazione al voto e il malcontento diffuso anche tra i nostri produttori agricoli».

Riferendosi alle scelte di bilancio dell’Ue, Gesmundo ha poi aggiunto: «È legittimo domandarsi se sia giusto che l’aumento delle risorse per la difesa, parliamo di oltre cento miliardi di euro, debba pesare così tanto sul sistema agricolo, che la presidente del Parlamento europeo ha definito il settore da difendere con maggiore convinzione». «L’agricoltura – ha affermato Gesmundo – non può continuare a essere la variabile di compensazione delle politiche economiche e industriali europee. È il cuore pulsante dell’identità e della sicurezza alimentare del continente. Per questo serve un cambio di rotta: senza i contadini, in Europa non si governa». Il segretario generale della Coldiretti Vincenzo Gesmundo, aprendo i lavori del Forum internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione in corso a Roma, aveva sottolineato come “tutti gli elementi per parlare di un processo drammatico, complesso e pieno di incognite ci sono”. “Certo, si parla di guerre, ma non ci sono solo le guerre – ha aggiunto Gesmundo –. Sono profondamente colpito da ciò che ancora non comprendiamo pienamente dell’intelligenza artificiale: da come invaderà la nostra vita e segnerà la quotidianità dei nostri figli e dei nostri nipoti. L’agricoltura ha compiuto passi da gigante grazie alla tecnologia, ma se questa dovesse finire nelle mani di pochissimi, rischieremmo di non avere più una tecnologia al servizio dell’uomo, bensì un uomo al servizio della tecnologia”. “È forse curioso – ha proseguito – che a porsi queste domande sia una forza di rappresentanza contadina, che negli ultimi decenni ha concentrato la propria attenzione non solo sull’agricoltura ma anche sul cibo, vero discrimine per capire se una democrazia moderna sta seguendo i valori della civiltà o scivola verso la post-democrazia di cui parlavano già gli studiosi di Stanford”. Gesmundo ha poi richiamato il ruolo della politica, che “oggi appare indebolita, avendo smarrito la capacità di orientare e, soprattutto, di rassicurare. Non è accettabile che sette agricoltori su dieci in Europa abbiano perso il senso del futuro o che regioni storicamente partecipi vedano crollare l’affluenza alle urne. La politica deve ritrovare la fiducia della gente”. “Il Forum – ha concluso – è un momento di riflessione collettiva, un confronto aperto tra istituzioni, esperti e società civile. Noi crediamo nel dialogo, non nella divisione. Una società che si chiude in visioni contrapposte smarrisce la speranza e la direzione del futuro. Dopo ottant’anni torniamo a parlare di guerra atomica come se fosse normale: segno che abbiamo perso la bussola. Servono parole e azioni disarmate per ritrovare un cammino comune”.

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