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Gestione rischi e Sviluppo rurale: un ventaglio di opportunità dalla nuova Pac

La nuova Pac, operativa da gennaio, sta ormai entrando nel vivo. Entro il 15 maggio infatti dovranno essere presentate le domande per gli aiuti. Si tratta di una Pac profondamente rinnovata, con la novità di una misura ad hoc per la gestione dei rischi, un tema particolarmente caldo per gli effetti dei cambiamenti climatici che tra siccità, grandini, alluvioni costituiscono un pericolo costante per le coltivazioni. Importante anche il capitolo dello sviluppo rurale con molte opportunità per le imprese.

È prevista una misura per la gestione dei rischi rivolta a tutti gli agricoltori?
L’Italia, primo paese in Europa, si dota di una misura in grado di dare una copertura, una sorta di assicurazione, a tutti gli agricoltori italiani che ricevono premi Pac. Si tratta di una misura complessa con una disponibilità di circa 350 milioni di euro all’anno destinati ad indennizzare gli agricoltori che subiscono danni oltre certe soglie. La misura sarà avviata in via sperimentale già da quest’anno.

Quale politica disegna il capitolo dedicato allo sviluppo rurale del Psn 2023-2027?
Una politica articolata, sfidante e impegnativa per gli imprenditori e per tutti gli stakeholder coinvolti. Poco più di 16 miliardi di euro alle 19 Regioni italiane più le due Province autonome di Trento e Bolzano saranno a disposizione per lo sviluppo rurale (Feasr e cofinanziamento nazionale), per il periodo di programmazione 2023 – 2027, pari al 43,5% sul budget del Piano Strategico nazionale della Pac (Psn).

Quali sono gli interventi possibili nell’ambito dello sviluppo Rurale?
Gli interventi sono 73, di cui ben 29 sono impegni agro-climatici-ambientali (Aca). Gli impegni attivabili sono molteplici e comprendono l’agricoltura integrata, quella biologica, l’agricoltura di precisione, la tutela della biodiversità e la costituzione di corridoi ecologici. In sintesi, un puzzle di possibilità per l’azienda che andrà costruito avendo alla base un disegno chiaro dell’organizzazione delle risorse aziendali. La sfida degli impegni agroambientali e climatici necessita di consulenza specializzata, oltre che di accompagnamento tecnico ed amministrativo.

L’ampiezza degli impegni agro-climatici-ambientali (Aca), rappresenta un punto di forza o di debolezza del Psn?
L’ampio ventaglio di interventi rappresenta sia un’opportunità sia una possibile difficoltà. Sarà importante ottimizzare la gestione degli impegni. Molti di essi sono fra loro cumulabili e questo apre un nuovo spazio alla consulenza e all’accompagnamento delle aziende. Infatti, sarà necessario scegliere gli impegni più adeguati alle realtà aziendali e sarà anche necessario gestire il carico amministrativo e burocratico che questo comporta.

La nuova programmazione prevede una maggiore integrazione tra Primo e secondo pilastro. Come si realizzerà?
Il secondo pilastro si integra con il primo in quella visione di intervento per l’ambiente ed il clima che prende il nome di architettura verde. La condizionalità rafforzata e gli eco-schemi del I Pilastro insieme alle Aca del II Pilastro daranno vita ad un intervento composito con una elevata ambizione ambientale. Bisogna lavorare per coniugare sostenibilità ambientale ed economica senza appesantire il carico burocratico che grava sugli imprenditori agricoli.

 

 

 

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