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Gli esperti Ue promuovono la zootecnia europea

Zootecnia europea promossa per il suo ruolo economico, sociale e ambientale. Uno studio commissionato dalla Commissione agricoltura Ue a esperti esterni per contribuire alla realizzazione di un progetto per uno sviluppo sostenibile evidenzia infatti gli aspetti positivi degli allevamenti Ue. L’analisi  sottolinea come nel 2017 il valore della produzione animale e dei prodotti animali nell’Ue-28 sia stato pari a 170 miliardi di euro, il  40% dell’attività agricola totale. Con un impatto importante sul  lavoro con 4 milioni di addetti nella Ue, con in media da 1 a 2 lavoratori per allevamento.

Gli esperti  analizzano anche i  consumi e sottolineano che le proteine ​​di origine animale coprono oltre il 50% del contenuto proteico totale delle diete europee.  Negli ultimi anni, il consumo di carne e latticini nell’Unione ha iniziato a diminuire, e quello di carni dovrebbe contrarsi ancora fino al 2030. Lo studio pubblicato dalla Commissione agricoltura evidenzia anche l’efficienza della produzione zootecnica europea e mette in guardia dai rischi di una riduzione.

Perché  in caso di aumento della domanda globale  la produzione rischierebbe di spostarsi dall’Unione europea in altre parti del mondo. Il documento va oltre: “la semplice riduzione della produzione di bestiame – sostiene- potrebbe non portare a filiere agroalimentari più sostenibili. L’invito è pertanto a “ tenere conto dei diversi sistemi di produzione, che hanno prestazioni ambientali positive e negative diverse”.

Perché “l’importanza economica e socio-culturale del settore non può essere ignorata. L’allevamento del bestiame è più della semplice produzione alimentare”. Dal documento arrivano anche dei suggerimento per le linee guida future. Per i sistemi di allevamento  si deve puntare non solo alla produzione, ma anche alla fornitura di beni e servizi.

Il clima, la salute e il benessere degli animali dovrebbero essere posti al centro dell’innovazione per i sistemi di allevamento di domani. Ed anche per quanto riguarda  l’impatto sull’ambiente lo studio evidenzia anche  alcuni effetti positivi per esempio per quanto riguarda il mantenimento dei prati permanenti, che avvantaggia la biodiversità e rappresenta un importante pozzo di carbonio, ma anche l’uso ottimizzato del letame.

Questi effetti positivi dipendono fortemente dal tipo di allevamento e dalle condizioni locali in cui si trovano.  Quanto agli effetti negativi l’analisi riconosce che molto è stato fatto anche se si può fare ancora di più. L’innovazione – sostiene la nota – sarà fondamentale per ridurre gli impatti negativi del settore, compreso l’uso di approcci agroecologici, tecnologia e maggiore circolarità.

L’efficienza produttiva dovrebbe essere aumentata, implementando nel contempo un mix di nuove tecnologie e pratiche agroecologiche.  Infine un invito a  garantire la continuità delle aziende agricole ed evitare di mettere a rischio l’occupazione durante la transizione verso sistemi di allevamento sostenibili con interventi pubblici.

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