il Punto Coldiretti

Grano: accordi di filiera per garantire il giusto prezzo

“L’incontro è stato particolarmente proficuo nel far emergere la necessità che dobbiamo lavorare per rafforzare i contratti di filiera dando le certezze ai consumatori rispetto a quello che sta acquistando, con un monitoraggio che deve essere fatto in modo più ampio anche con il coinvolgimento delle associazioni dei consumatori”. E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini alla conclusione della riunione della Commissione di allerta rapida sul caro pasta convocata dal Ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso nel sottolineare l’importanza di aver attivato un sistema di controllo sulle filiere legata all’andamento dei prezzi.

Gli accordi di filiera – ha sottolineato Prandini – sono gli unici che possono garantire produttori, industria di trasformazione e distribuzione ma soprattutto un prezzo trasparente nei confronti dei consumatori. Ancora in queste ore stiamo pagando, pesantemente, l’invasione di grano canadese che tra l’altro – ha denunciato Prandini – è prodotto con modalità che nel nostro Paese non sono assolutamente ammesse e quindi è anche una forma di concorrenza sleale.

Riteniamo che invece debba essere sostenuto con gli accordi di filiera tutto ciò che possiamo produrre internamente, perché l’Italia – ha concluso Prandini – può aumentare significativamente le produzioni di grano duro e di grano tenero, dando certezze rispetto alla giusta redditualità per il lavoro degli agricoltori e dalla filiera intera.

Un impegno che anche per la pasta sarebbe una garanzia di stabilità ed equità dei prezzi lungo la filiera, ma che assicurerebbe anche una maggiore sicurezza alimentare ai consumatori. A gennaio 2023, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, sono aumentate di sei volte le importazioni in Italia di grano duro dal Canada dove si utilizza il glifosate in preraccolta come disseccante secondo modalità vietate in Italia, secondo l’analisi della Coldiretti su dati Istat. Una concorrenza sleale nei confronti dei nostri agricoltori ma anche una preoccupazione per la salute dalle quali i cittadini posso difendersi scegliendo le confezioni con prodotto 100% italiano, grazie alla battaglia della Coldiretti sull’obbligo dell’indicazione di origine in etichetta.

E’ quindi strategico far ripartire la commissione unica nazionale (Cun) per il prezzo indicativo in Italia del grano duro come sostenuto anche dal Ministro dell’agricoltura e della Sovranità Alimentare Francesco Lollobrigida.

Il grano duro per la pasta viene pagato in Italia circa 36 centesimi al chilo ad un valore che non copre i costi di produzione ed è inferiore di oltre il 30% rispetto allo stesso periodo scorso anno mentre il prezzo della pasta è aumentato il doppio dell’inflazione. Una anomalia di mercato sulla quale è bene intervenire chiarezza anche sulla base della nuova normativa sulle pratiche sleali a tutela delle 200mila imprese agricole che coltivano grano e dei consumatori che portano in tavola in media 23 chili all’anno di pasta.

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