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Grano duro: crescono le superfici, al traino del Sud, e i prezzi

Crescono le superfici investite a frumento duro al traino del Sud. Nel 2020 secondo le stime del Mipaaf ( su fonte Istat ) sono 1.230.080 gli ettari coltivati in aumento di 6.120 ettari (+0,5% rispetto ai 1.223.960 ettari del 2019). Ma sono negativi i dati relativi al Nord ovest (-15,2%), Nord est (-10,2%) e Centro (-2,8%). In crescita invece per 21.060 ettari il Sud e le Isole che raggiungono quota 936.692 ettari (+2,3%).

Si registra un incremento dei prezzi in quasi tutti i principali mercati: 300 euro/tonn a Foggia dove nel 2019 si spuntavano 240 euro/tonn, a Bologna 280 euro/tonn a fronte di 225 euro del 2019. Secondo la valutazione di Coldiretti gli aumenti derivano dalla richiesta di grano made in Italy per realizzare una pasta 100% italiana da indicare nell’etichetta con l’indicazione dell’origine della materia prima in vigore in Italia. C’è poi l’allarme siccità sui nuovi raccolti al Sud che garantisce oltre il 70% del grano duro.

A pesare sul futuro del frumento duro c’è in primis l’etichetta super trasparente in scadenza. Se non verrà confermata da Bruxelles il rischio è che si possa verificare un’invasione di grano estero con conseguente crollo dei prezzi. E’ allarme infatti per le importazioni in Italia che quest’anno continuano a registrare robusti aumenti soprattutto da Usa e Canada. Tra luglio 2019 e gennaio 2020 gli acquisti dai Paesi terzi di grano duro hanno toccato 1,1 milioni di tonnellate con un balzo del 130% rispetto all’anno precedente.

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