Il 1° rapporto sul florovivaismo italiano, analisi dei mercati globali e il percepito delle imprese.
Settore in crescita ma i costi di produzione e la concorrenza sleale pesano sulle imprese In occasione dell’ultima edizione Myplant&Garden (Fiera Milano Rho, 19-21 Febbraio 2025), nel convegno di apertura della manifestazione organizzato da Coldiretti, è stato presentato il 1° Rapporto sul florovivaismo italiano – Analisi dei mercati globali e il percepito delle imprese. Il rapporto è stato realizzato da Centro Studi Divulga e dall’Istituto Ixé: si tratta di una ricerca inedita concepita per andare oltre i numeri e offrire, per la prima volta nella storia del florovivaismo italiano, la fotografia più completa possibile del settore, analizzando i dati e anche il sentito delle aziende e dei consumatori Presenti per l’occasione, tra gli altri, il Presidente di Coldiretti Ettore Prandini, il Presidente della Commissione Agricoltura della Camera, Mirco Carloni, l’Assessore all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste della Regione Lombardia, Alessandro Beduschi, Valeria Randazzo, Exhibition manager Myplant & Garden, Nada Forbici Presidente Assofloro e Coordinatore Consulta Florovivaismo Coldiretti e Presidente Assofloro, Riccardo Fargione, Coordinatore Centro Studi Divulga, Mario Faro, Presidente Consulta Florovivaismo Coldiretti. Il florovivaismo Made in Italy, sottolinea Coldiretti, ha raggiunto nel 2024 il valore massimo di sempre a quota 3,3 miliardi di euro, grazie anche al traino dell’export (1,3 miliardi) e al lavoro delle diciannovemila imprese impegnate a produrre piante e fiori di alta qualità su una superficie di 30mila ettari. Dietro questi numeri, però, si nascondono sfide sempre più complesse: l’aumento vertiginoso dei costi di produzione, gli effetti sempre più evidenti del cambiamento climatico e una concorrenza globale che opera con regole meno rigide di quelle dell’UE. Sull’attività delle aziende italiane pesa oggi la difficile situazione mondiale, a partire dalla guerra in Ucraina abbinata agli effetti dei cambiamenti climatici. Proprio a causa del conflitto le aziende hanno subito un aumento dei costi del +83% per i prodotti energetici e del +45% per i fertilizzanti rispetto al 2020, oltre a un +29% per altri input produttivi quali sementi e piantine, secondo il rapporto Divulga/Ixe’ Costi in progressivo aumento che ancora fanno fatica ad essere riassorbiti, tanto più se si considera la concorrenza sleale con importazioni a basso costo dall’estero, dove non si rispettano le stesse regole in termini di utilizzo dei prodotti fitosanitari, ma anche di tutela dei diritti dei lavoratori e dell’ambiente. Da Nord a Sud della Penisola non va poi trascurato l’impatto dirompente dei cambiamenti climatici. Secondo Divulga/Ixe’ due aziende agricole su tre (66%) hanno subito danni nell’ultimo triennio a causa di eventi estremi, tra grandinate, trombe d’aria, alluvioni e siccità che a più riprese hanno interessato il territorio nazionale. Il risultato di tutti questi fattori è che più di un terzo delle aziende florovivaistiche denuncia difficoltà economiche. Proprio l’aumento di costi risulta in cima ai problemi segnalati, davanti a burocrazia e clima, mentre al quarto posto c’è la mancanza di manodopera qualificata e al quinto gli squilibri all’interno della filiera. Come ha sottolineato il Presidente di Coldiretti Ettore Prandini, il rapporto Divulga/Ixe’ fotografa i record del florovivaismo Made in Italy ma fa suonare anche dei campanelli d’allarme da non sottovalutare, a partire dal problema della redditività delle imprese, sempre più strette tra aumento dei costi e concorrenza sleale dall’estero. Anche per piante e fiori, così come per i prodotti alimentari, occorre affermare il principio di reciprocità delle regole, senza il quale si rischia di vanificare l’enorme lavoro portato avanti in questi anni dai florovivaisti italiani in termini di sostenibilità delle produzioni, con effetti positivi importanti dal punto di vista dell’ambiente e della salute. Fino a che continueranno le importazioni selvagge di prodotti che non rispettano i nostri stessi standard, il valore aggiunto del ‘verde’ Made in Italy faticherà ad essere riconosciuto e premiato. E ciò impatterà duramente sull’economia dei nostri territori, tanto più che il florovivaismo è uno dei settori con il maggior utilizzo di manodopera. Il 1° Rapporto sul florovivaismo 2025 è interamente scaricabile dal sito del Centro Studi Divulga: https://www.divulgastudi.it/prodotti/primo-rapporto-sul-florovivaismo-2025 |
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