Il Covid non ferma l’export agroalimentare ma colpisce pesantemente il vino
Il Covid non ha fermato l’export agroalimentare dell’Unione europea, ma comunque ha colpito pesantemente i settori del vino, delle bevande spiritose e dei liquori. Rispetto a gennaio-ottobre 2019, infatti, il valore delle esportazioni di alcolici e liquori dell’Unione europea è diminuito di 1,53 miliardi, per il vino la perdita è di 1,43 miliardi. Lo rileva l’ultimo report sul commercio agroalimentare della Ue, relativo al periodo gennaio-ottobre pubblicato dalla Commissione agricoltura Ue il 25 gennaio Le esportazioni hanno raggiunto quota 151,8 miliardi, mentre l’import si è attestato su 102 miliardi con un surplus di 49,8 miliardi in aumento dell’1,3% rispetto allo stesso periodo del 2020. Tra i Paesi spicca la Cina con una crescita di oltre tre miliardi al traino di carne di maiale e grano. Più vendite anche in Arabia Saudita, Algeria e Marocco. In calo di 1,56 miliardi le importazioni della Ue dal Regno Unito, mentre l’export si è ridotto di 546 milioni. Tra i prodotti agroalimentari più penalizzati, secondo ilo studio, vino, liquori e liquori, carne di pollame, animali vivi e burro, mentre sono aumentate in valore le spedizione Ue di grano, pasta e pasticceria. In flessione (705 milioni ) l’export verso gli Stati Uniti, in particolare per quanto riguarda vino e alcolici. Forte aumento delle importazioni di colza e grano dal Canada. Tra le importazioni giù cereali grossolani, alcolici, liquori, mentre si segnala un trend positivo per la frutta tropicale fresca e secca (il cui valore all’importazione è balzato di 666 milioni), l’olio di palma e di palmisti (in aumento di 566 milioni ) e gli acidi grassi e le cere (+ 621 milioni).
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