Il decreto Draghi salva i semi italiani dall’assalto cinese
“A difesa di un settore strategico come la produzione delle sementi in Italia, che rischiavano di finire in mani di una multinazionale cinese, per la prima volta nell’agroalimentare Made in Italy viene usato il potere di blocco della Golden Power. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nell’esprimere apprezzamento per la firma da parte del presidente del, Consiglio Mario Draghi e del Ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli del decreto che “dispone l’esercizio del potere di opposizione nei confronti dell’operazione di acquisizione da parte di Syngenta Crop Protection Ag, dell’intero capitale di Verisem B.V. e delle sue controllate”. E’ stata sventata la cessione agli stranieri – sottolinea Prandini – di un pezzo importante del patrimonio genetico nazionale fatto di sementi conservate da generazioni di agricoltori con il rischio della banalizzazione ed omologazione sul mercato internazionale. La Coldiretti, insieme a Filiera Italia, è stata la prima a richiedere un intervento del Governo per impedire il passaggio in mani cinesi di una realtà strategica per la sovranità alimentare nazionale” precisa Prandini. L’acquisizione di Verisem – continua Coldiretti – avrebbe spostato in Asia gli equilibri strategici mondiali sul controllo delle sementi per la produzione di ortaggi ed erbe aromatiche aggravando una situazione in cui già 2 semi su 3 (66%) sono in mano a quattro multinazionali straniere, secondo l’analisi Coldiretti su dati centro studi Divulga. Una situazione che espone le imprese agricole. La perdita di potere contrattuale si traduce in difficoltà economiche e occupazionali per gli agricoltori, ma l’elevata concentrazione mette a rischio anche la biodiversità, la tutela dell’identità territoriale e la libertà di scelta dei consumatori. La Verisem, con 2200 produttori è leader mondiale del suo settore, ha 5 siti produttivi (3 in Italia, 1 in Francia e 2 negli Stati Uniti), distribuisce in 117 Paesi e realizza il 54% del suo fatturato in Europa, il 20% nelle Americhe, il 19% fra Asia e Pacifico e il restante 6% in Medio Oriente. Genera un importante indotto a livello agricolo e custodisce un patrimonio di conoscenze scientifiche e tecniche produttive che ne fanno un asset di rilevanza strategica in un momento storico in cui gli effetti dell’emergenza Covid su commercio internazionale e consumi hanno fatto emergere l’importanza vitale del cibo e degli approvvigionamenti alimentari. Nel suo catalogo ci sono tra l’altro sementi di cavoli, radicchi, cipolle, cicoria, fagioli, piselli, pomodori, melanzane, carote, fave, ravanelli, cetrioli, meloni, cocomeri e peperoni ma anche dalle zucche e fiori da mangiare con varietà che vanno dal carciofo violetto di romagna al cavolo romanesca, dalla cipolla di Pompei a quella di Barletta fino alla tropeana rossa, dal pomodoro costoluto fiorentino alla zucca berretta piacentina e molto altro Syngenta è un colosso svizzero del settore dell’agro-industria, specializzata nella produzione di mezzi tecnici per l’agricoltura e nelle attività nel campo delle sementi. È stata acquistata nel 2017 per 43 miliardi di dollari dal colosso cinese ChemChina, il quale nel frattempo si è unita con Sinochem, dando vita a una holding petrolchimica da 150 miliardi di dollari. |
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