il Punto Coldiretti

Il Recovery plan parte dal cibo: il Governo si schiera con Coldiretti

Il Governo fa quadrato con la Coldiretti sul Recovery food, la strategia che parte dal cibo per innescare la ripresa del Paese messo in ginocchio dalla pandemia. In occasione dell’assemblea dei presidenti della Coldiretti che si è svolta il 1° aprile il presidente, Ettore Prandini, ha rilanciato ai cinque ministri che hanno partecipato al dibattito, Giancarlo Giorgetti dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli delle Politiche agricole, alimentari e forestali Roberto Speranza della Salute, Roberto Cingolani della Transizione ecologica e Renato Brunetta della Pubblica amministrazione, i progetti per mettere al centro del Recovery plan il settore agroalimentare che ha dimostrato in questo anno segnato dalla pandemia di avere capacità di resilienza superiori alle altre attività produttive. A moderare i lavori, il direttore del Sole24Ore Fabio Tamburini.

Per la ripartenza – ha spiegato Prandini – è necessario puntare sulle imprese agroalimentari che però hanno sofferto molto per la chiusura di ristorazione e agriturismi. Oltre 1,1 milioni di tonnellate di cibo e 220 milioni di bottiglie sono infatti rimasti invenduti. Ma la Coldiretti guarda avanti sulla base di una nuova idea di economia dopo anni in cui il sistema produttivo italiano è stato spinto alla delocalizzazione. Nella Ue – ha aggiunto Prandini – bisogna tornare a produrre. D’altra parte la pandemia ha lasciato come eredità molte lezioni. Tra queste la sovranità alimentare, non intesa – ha spiegato il segretario generale Vincenzo Gesmundo – come scorciatoia autarchica, ma come ripensamento del perimetro per la sovranità nazionale. Per quanto riguarda l’agroalimentare dunque la difesa è da tutto ciò che appiattisce e soprattutto cancella la distintività del made in Italy. Come l’etichetta Nutriscore.

Sulla linea Coldiretti si sono schierati tutti i ministri presenti. Speranza ha garantito il sostegno alla battaglia della Coldiretti contro il Nutriscore. Ha ricordato che il paese è in una fase delicata, ma con l’arrivo di un numero maggiore di vaccini e l’accelerazione significativa della campagna vaccinale si aprirà una stagione diversa. Il ministro della Salute ha sottolineato il ruolo strategico dell’agricoltura come leva del Paese che rientra nell’accezione ampia della nuova politica per la salute che deve rafforzare la capacità di prevenzione legata proprio auna corretta alimentazione. Speranza ha rimarcato il ruolo della Coldiretti “grande organizzazione” nelle battaglie finalizzate a progettare l’Italia del futuro.

Per Cingolani “nell’agrifood” siamo i primi della classe, ma il Recovery fund può diventare un acceleratore anche per i primi della classe, per aumentare, orgogliosamente, il gap con la concorrenza internazionale e migliorare la nostra leadership”.

Prandini ha ribadito da parte sua che l’agricoltura è prima della classe nella Ue per sostenibilità. C’è dunque molto interesse per gli investimenti nelle energie rinnovabili, dal biogas e biometano fino al fotovoltaico, anche per abbattere i costi energetici delle aziende italiane che oggi sono più elevati del 50% rispetto a quelli dei nostri competitor a cominciare dalla Francia. Nel quadro di una agricoltura sempre più green e sostenibile il presidente di Coldiretti ha evidenziato come il digestato sostituisca la chimica per una nuova fertilità dei suoli. Sul fronte della digitalizzazione la Coldiretti ha realizzato con Cai la prima grande piattaforma che rappresenta una opportunità al servizio di piccole e grandi aziende che possono utilizzare strumenti per la lettura dei dati forniti dai satelliti per un uso razionale di acqua e fitosanitari.

Bene per Patuanelli i sostegni a un settore che ha lavorato bene, ma che ha patito molto. Secondo il ministro la sovranità alimentare è un obiettivo e una sfida del Recovery Plan. Al settore devono essere destinate molte risorse che vanno indirizzate nel modo giusto per accrescere ancora di più la capacità di resilienza e coinvolgere i giovani. Anche il ministro delle Politiche agricole ha messo in collegamento salute e agroalimentare perché – ha detto – la prevenzione è garantita dalla Dieta mediterranea non da bollini.

Patuanelli si è impegnato a dare battaglia a Bruxelles all’etichettatura a semaforo bollata come “un idiota meccanismo” volto a condizionare le abitudini alimentari in modo sbagliato. Il ministro si è detto perciò pronto anche a ribaltare i tavoli perché il Nutriscore “privilegia i cibi iper lavorati” e dunque pericolosi anche per l’ambiente. Che rischiano di diventare la chiave per aprire ai cibi sintetici. Ora grazie alla Coldiretti – ha detto Patuanelli – il dibattito si alza di livello e si aprono spiragli.

Brunetta ha parlato della battaglia ciclopica contro la burocrazia cattiva che impegna 100 giorni all’impresa e per una semplificazione a 360 gradi. Senza semplificazione – ha sottolineato – non può esserci digitalizzazione. Bene per Prandini la burocrazia buona che rafforzi il sistema dei controlli sulla falsificazione dei prodotti, mentre va bocciata la burocrazia che vuole fare cassa con le aziende che lavorano bene.

Il presidente della Coldiretti ha anche chiesto di accelerare il tavolo di confronto con i sindacati sul tema della stagionalità per trovare una nuova formula che consenta di dare la possibilità immediata di assumere cittadini italiani:“abbiamo 200mila posti da offrire subito”.

“Siamo bravi e i nostri prodotti di qualità sono ricercati in tutto il mondo” è quanto ha dichiarato Giorgetti che ha aggiunto di essere schierato dalla parte del consumatore che ha diritto a sapere cosa contiene il prodotto che acquista. Per questo ha spiegato che occorre costruire una strategia difensiva dal sistema dei semafori che tende a non valorizzare i nostri punti di forza. Il ministro ha anche annunciato una riorganizzazione delle filiere. Il modello – ha detto – è quello di Filiera Italia definita “un’operazione intelligente” (“rubo il copyright”).

L’idea è di conquistare l’autosufficienza filiera per filiera dall’agroalimentare all’acciaio al moda–tessile.
Si aprono comunque nuove opportunità e con la valorizzazione delle filiere l’export che è cresciuto nel 2020 dell’1,7%, ma a un tasso inferiore rispetto agli anni precedenti e comunque in controtendenza rispetto agli altri settori, può migliorare ancora. Secondo il piano Coldiretti servono infrastrutture connesse che partano dalla realizzazione di porti che consentano l’accesso delle cosiddette navi madri. Ma sono necessari – ha evidenziato Prandini – anche la conoscenza dei mercati, l’etichettatura obbligatoria con l’indicazione dell’origine da rendere operativa nella Ue con un regolamento e soprattutto lo stop ai cibi sintetici.

Oggi – ha ribadito il presidente della Coldiretti- si parte dalla carne ma poi inevitabilmente si arriverà al latte e all’ortofrutta. Un attacco alla biodiversità e ai 5mila prodotti tradizionali che raccontano la storia dei nostri territori. Insomma regole certe per un libero mercato che garantisca la reciprocità: l’Italia non può competere con prodotti realizzati da paesi terzi con uso di prodotti fitosanitari cancerogeni.

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