il Punto Coldiretti

In 2 milioni al Villaggio Coldiretti, Roma diventa capitale del cibo

Una grande festa dell’agricoltura con decine di migliaia di agricoltori che hanno animato il Villaggio della Coldiretti al Circo Massimo di Roma, un incontro che ha richiamato produttori, politici, cittadini, studenti ed esponenti del mondo dello spettacolo e della cultura. Roma per tre giorni ha vestito i colori gialli ed è stata la capitale del cibo. E tra gli stand dei contadini sono passati oltre due milioni di persone. Il primo giorno dedicato all’olio, il secondo al pane due prodotti simbolo della Dieta Mediterranea, ma anche emblemi delle difficoltà che il settore sta attraversando e che impattano sul consumo. In primo piano nella tre giorni tutte le questioni calde del pianeta cibo tra costi stellari sostenuti dagli agricoltori e caro prezzi sugli scaffali. Con un occhio attento a tutto quello che accade nel mondo. Ma su tutto lo spettro di due guerre che stanno devastando i territori e provocando tanti morti.

E infatti grande spazio è stato dato a considerazioni profonde sul senso della vita soprattutto alla luce dei tragici eventi bellici nell’incontro del presidente della Coldiretti Ettore Prandini e del segretario generale Vincenzo Gesmundo con il Presidente della Cei, Matteo Zuppi. Un parterre dunque di grande spessore. A suggellare i valori incarnati dall’agricoltura un lungo messaggio inviato ai partecipanti del Villaggio Coldiretti da Papa Francesco. Il Papa ha ricordato l’enciclica “Mater et Magistra” nella quale San Giovanni XXIII “volle ricordare – scrive il Pontefice – il valore arricchente del lavoro agricolo ai fini della promozione integrale della persona, tanto sul piano umano, come eminente via di realizzazione individuale e di sviluppo comunitario, quanto sul piano dello spirito, come partecipazione all’attuazione del disegno provvidenziale di Dio nella storia”. Papa Francesco ha sottolineato le difficoltà dell’attività “Coltivare la terra mentre aumentano le ondate di calore, le piogge torrenziali, le improvvise gelate di freddo, rende il lavoro agricolo un’impresa sempre più difficile da realizzare”.

E a pagare il prezzo – ha ricordato – sono i poveri. E ha lanciato un appello “per favore non dimentichiamoci dei poveri. Sogniamo un mondo in cui l’acqua, il pane, il lavoro, le medicine, la terra, la casa siano beni disponibili per ogni individuo”. E proprio la tutela dei beni agricoli, la biodiversità, la distintività sono stati i temi forti della tre giorni romana. Ma è stata anche un’occasione per un confronto diretto con il mondo politico. Il Governo è stato rappresentato ai massimi livelli a conferma del ruolo che ricopre la Coldiretti nel delineare strategie, fornire indicazioni e quando serve sostituirsi anche alle istituzioni.

Con il presidente Prandini, il segretario generale Gesmundo e il presidente della Coldiretti Lazio, David Granieri (presidente di Unaprol) sono intervenuti il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che dal palco Coldiretti ha anticipato i temi della Legge di Bilancio, i vicepresidenti Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e Antonio Tajani, ministro degli Esteri, i ministri della Salute, Orazio Schillaci, dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso,dello Sport Andrea Abodi. E ancora, il presidente della Commissione Agricoltura della Camera Mirco Carloni, il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca,  l’europarlamentare Paolo De Castro e molti altri parlamentari, ma anche esponenti di spicco del mondo delle imprese pubbliche e private l’amministratore delegato delle Ferrovie Luigi Ferraris, Marco Hannappel, amministratore delegato di Philip Morris, Stefano Barrese responsabile della divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo, Giuseppe Ricci Dg Energy evolution Eni, Nicola Lanzetta, Direttore Italia di Enel, il presidente dell’Anbi, Francesco Vincenzi, il presidente di Ixe’ Roberto Weber, Felice Adinolfi dell’Università di Bologna, l’amministratore delegato di Filiera Italia, Luigi Scordamaglia, l’ad di Bonifiche Ferraresi Federico Vecchioni, il gastroenterologo del Policlinico Gemelli, Antonio Gasbarrini, e Alberto Villani pediatra del Bambin Gesù Università Tor Vergata. Sono intervenuti anche i big dello spettacolo come Anna Falchi, Massimiliano Ossini, Angelo Mellone, Sveva Sagramola, Lino Banfi, Vittorio Brumotti, Peppone Calabrese, Michele Zarrillo.

Un ennesimo riconoscimento alla forza trainante della Coldiretti che da anni è in prima linea per portare avanti battaglie che hanno cambiato e cambieranno il sistema agroalimentare italiano. E anche le misure incisive nel Pnrr per l’agroalimentare, dai contratti di filiera alla logistica e fino alle agroenergie, sono il risultato del pressing di Coldiretti che non si è mai limitata a chiedere, ma ha presentato sempre progetti nel quadro di una visione ampia e lungimirante.

Il segretario generale Gesmundo ha aperto la kermesse con un pensiero ai conflitti per i quali non si vedono soluzioni a breve e con un pensiero all’Europa che – ha detto Gesmundo – rischia di essere stritolata. Poi l’attenzione è stata tutta centrata sugli agricoltori che si dibattono tra mille difficoltà, ma che sono sostenuti da una certezza “non si arrenderanno mai”. L’Italia agricola – ha detto Gesmundo – ha tenuto meglio di altri Paesi, mentre Coldiretti vuole continuare a svolgere la funzione di “guardiani dei confini delle istituzioni” . Il segretario generale ha contestato punto su punto le accuse indirizzate in questi ultimi anni alla maggiore organizzazione agricola europea, dall’eccessivo potere alla volontà di bypassare il percorso di transizione ecologica fino all’oscurantismo. Un fatto è certo. Le battaglie sostenute con vigore e passione hanno creato uno stuolo di nemici. L’ultima contro la carne sintetica ha attaccato i poteri forti. Ma Coldiretti è quella organizzazione che 70 anni fa ha assegnato 4 milioni di ettari ai diseredati trasformando i mezzadri nei futuri imprenditori. Un peccato originale, secondo Gesmundo, mai perdonato. E poi l’obbligo dell’etichetta trasparente, l’attacco al Nutriscore e oggi la carne in provetta. E proprio sulla guerra ai cibi sintetici a fianco della Coldiretti si è schierato tutto il Governo, illustri medici ed esponenti del mondo della cultura.

Il presidente Prandini ha ribadito la necessità di salvare un asset strategico per il Paese che vale 585 miliardi con oltre 4 milioni di occupati. E ha ricordato che l’agricoltura, portatrice di valori economici e sociali, offre opportunità alle future generazioni. Ma a condizione che ci sia un giusto riconoscimento economico. Il presidente di Coldiretti è tornato a battere il tasto della competitività che va rafforzata. Perché oggi il gap logistico con l’88% delle merci trasportate su gomma costa all’Italia 90 miliardi, 9 miliardi per l’agroalimentare. E poi un nuovo appello a investire sulle energie rinnovabili perché nonostante la necessità per il nostro Paese di affrancarsi dal gas estero non sono state ancora rimosse le pastoie burocratiche. Prandini ha però anche evidenziato i risultati importanti raggiunti con il Pnrr con l’aumento delle risorse da 5 a 8 miliardi che generano un valore di 20 miliardi.

Resta sempre caldo però il fronte europeo : “bisogna capire – ha detto – se la Ue è madre o matrigna “ e ha fatto riferimento ai fitofarmaci che non devono essere un’imposizione. E non è vero – ha precisato – che in Italia si usa più chimica rispetto ad altri Paese “la verità è che il nostro Paese, gli registra, altri no”. E comunque gli agricoltori utilizzano i fitofarmaci per mantenere sano il prodotto e in caso contrario ci sarebbe meno cibo e i costi si impennerebbero. Sulle emissioni, altro nervo scoperto, con una proposta di direttiva comunitaria che vorrebbe equiparare le stalle alle industrie ha replicato: i nostri allevamenti ne emettono il 7% su una media mondiale del 14% “ sono un esempio e non vanno demoliti facendo demagogia”.

Per Prandini il tema forte resta comunque quello della giusta redditualità da riconoscere ai produttori e ha rivendicato alla Coldiretti il compito fondamentale di segnalare le difficoltà, ma anche di presentare proposte concrete contribuendo così a mettere al centro dell’agenda politica l’agricoltura per tutto ciò che può rappresentare.

E poi una “proposta” lanciata al sindaco Gualteri. Villa Borghese, una delle più belle aree verdi della Capitale, è in abbandono :“ Fatela gestire a noi e la trasformeremo nel più bel giardino dell’Unione europea”. Le prime risposte sono arrivate in diretta. Dal presidente del Consiglio in primis che ha affermato l’assoluta contrarietà all’omologazione del cibo. Ha confermato l’impegno a difendere le eccellenza alimentari made in Italy dai tanti attacchi all’omologazione. “ Vogliono vendere a tutti lo stesso prodotto, ma – ha assicurato con decisione – non ci riusciranno perché per noi è fondamentale la specificità che è la grandezza dell’Italia come è il lavoro che abbiamo difeso quest’anno”.

Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha sottolineato come la filiera agroalimentare sia un elemento chiave della nostra diplomazia economica. E’ entrato anche nel merito dei dossier agricoli affrontati dal suo dicastero e ha annunciato lo sblocco delle spedizioni negli Stati Uniti dei prodotti toscani e umbri, così come il superamento delle in Cina per l’ortofrutta made in Italy.

Il ministro Salvini ha ricordato il cronoprogramma delle opere con un budget di 200 miliardi che avranno un impatto positivo anche per le merci agroalimentari: nel 2032 via al trasporto su ferro anche per le merci agricole nel tunnel del Brennero e sempre nello stesso anno operativa la Tav Torino-Lione. E poi il Ponte “collegamento diretto non solo tra la Sicilia e il resto dell’Italia ma con l’Europa” e la governance dei porti da Gioia Tauro a Trieste. Un tema quest’ultimo su cui da tempo Prandini sta insistendo.

Il ministro Lollobrigida ha annunciato l’approvazione definitiva in tempi brevi della legge che vieta la produzione, commercializzazione e importazione di cibi sintetici (ma non si possono neppure chiamare cibi – ha precisato). L’opposizione a carne, latte, pesce e formaggi realizzati nei bioreattori è totale. La legge è stata infatti condivisa con il ministero della Salute, ma su questa linea sono schierati compatti esecutivo e maggioranza. Lollobrigida ha riconosciuto la funzione trainante della Coldiretti che ha raccolto oltre due milioni di firme e ha fatto pressing su Comuni (contro si sono espressi oltre duemila) e le Regioni tutte contrarie a portare in tavola prodotti alimentari realizzati in provetta. Il nocciolo della questione è che questi prodotti vanno approvati dopo accurati controlli, non possono seguire l’iter degli alimenti, ma quello delle medicine a cui devono essere paragonati.

Levata di scudi compatta dunque  in favore di un settore  che oggi più che mai va sostenuto per garantire l’autosufficienza alimentare. I numeri messi in campo sono importanti, ma per Prandini rappresentano un punto di partenza. Per andare ancora avanti il presidente di Coldiretti ha rilanciato sulla necessità di potenziare gli investimenti nelle infrastrutture sbilanciate sulla gomma. Bisogna invece recuperare competitività. Due numeri per capire l’arretratezza del nostro Paese: la Spagna esportava 3,5 miliardi di ortofrutta oggi è arrivata a 15, l’Italia esportava 5 miliardi e lì è rimasta. Occorrono tempi brevi e certi per arrivare sui mercati. Ha invitato a tenere la guardia alta per evitare lo scippo dei migliori brand del made in Italy e ha proposto la trasformazione dell’Ismea in un Cassa depositi e prestiti. Poi l’altro tema forte, l’internazionalizzazione. Su questo punto Prandini è categorico: nel mondo si deve presentare l’Italia, perché non funziona su questo fronte delegare alle regioni: così si rischia di lasciare spazi ai competitor. Mentre l’agricoltura italiana ha tutte le carte in regole per conquistare quei 120 miliardi di italian sounding che nel mondo mettono nell’angolo il vero made in Italy.

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