Innovazione, servizi e mobilitazione, la sfida della Coldiretti
Innovazione, formazione e servizi con la nuova sfida di Coldiretti Next per sostenere la competitività delle imprese agricole. Ma anche mobilitazione a livello regionale per non mollare la presa su questioni importanti a partire dall’emergenza cinghiali non più tollerabile per i danni provocati agli agricoltori e tutelare il vero Made in Italy con il presidio dei terminali di scambio e di arrivo delle merci dall’estero. E’ la linea tracciata, in occasione del recente incontro con la dirigenza, dalla Coldiretti, forza amica del Paese di cui vuole essere sempre più parte integrante. Si tratta di questioni emerse dal costante confronto con i soci culminato con le assemblee del 30 aprile e che va ripreso nel mese di giugno. Restano in primo piano le priorità storiche, dal dissesto idrogeologico alla siccità e soprattutto la richiesta rilanciata dal Brennero dell’indicazione dell’origine obbligatoria in tutta Europa per la quale è in corso la raccolta di firme. E proprio su questo fronte l’azione costante della Coldiretti che da anni, come ha spiegato il presidente Ettore Prandini, sta tessendo rapporti con gli esponenti politici europei ai massimi livelli e le altre rappresentanze della Ue, sta raccogliendo i suoi frutti. Una proposta di etichettatura trasparente è arrivata dalla Germania e questo senza il pressing della Coldiretti sarebbe stato impensabile. Prandini ha ribadito la centralità della raccolta delle firme per un’azione politica forte finalizzata alla revisione del codice doganale perché – ha detto “non è accettabile che i furbetti si possano appropriare dell’italianità senza utilizzare prodotti che provengano dall’agricoltura italiana”. Così come resta in primo piano la reciprocità. La siccità ha ridotto i raccolti nazionali di grano, mentre c’è stata un’invasione di prodotto russo con un aumento del 1000%, ma a farla da padrone – ha denunciato Prandini – è il grano al glifosato. Lo spartiacque deve essere l’apertura alle importazioni solo per quei prodotti che rispettano le stesse regole imposte agli agricoltori italiani che, nel caso del grano, non possono utilizzare il glifosato in pre raccolta come il Canada. Altra battaglia su cui Coldiretti non abbassa la guardia è il Nutriscore, “non è vinta” anche se la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen proprio in un incontro con la Coldiretti, in occasione della sua recente visita a Roma, ha assicurato che non ne permetterà mai il via liberà nella Ue. Il presidente della Coldiretti ha sottolineato il protagonismo sempre più forte dell’organizzazione agricola confermato dai risultati ottenuti con il Dl Agricoltura, dalla moratoria dei debiti allo stop al fotovoltaico sui terreni agricoli, dalla semplificazione della normativa contro le pratiche commerciali sleali agli aiuti alle filiere (granchio blu, kiwi) che vanno comunque implementati con misure per ortofrutta e grano. Bene anche i 20 milioni di indennizzi per la Psa e la Zes unica. E poi l’appello a mettere in campo azioni forti con le regioni per la fauna selvatica. Non è più il tempo della cautela – ha incalzato il segretario generale Vincenzo Gesmundo che ha lanciato anche un appello a preservare quel bene insostituibile che è l’autonomia dalla politica: “senza autonomia non si va da nessuna parte”. E’ questo uno degli elementi chiave dell’Orgoglio Coldiretti, non essere al traino di nessuno. Ma è anche quello che attira tanti nemici. Ma Coldiretti ha le spalle robuste per affrontare tutte le sfide, una forza che deriva dalla sua storia quando ha reso possibile, grazie all’allora presidente Paolo Bonomi e ad Amintore Fanfani, l’esproprio di 2,5 milioni di ettari consegnati ai mezzadri e aprendo così la strada all’imprenditoria agricola. Oggi nel mirino – ha detto Gesmundo – ci sono i nuovi centri di azione agraria che vorrebbero ricreare i mezzadri. Si tratta di nemici degli agricoltori e dei consumatori e per questo Coldiretti è sempre pronta a gridare “giù le mani dalla Dieta Mediterranea” rilanciando i mercati di Campagna amica dove si porta avanti la politica agroalimentare del paese. Nell’incontro i dirigenti regionali hanno portato all’attenzione le problematiche dei propri territori. Per la Puglia resta in primo piano la questione dei fotovoltaico a terra che ha “bruciato” 7mila ettari. Un vero esproprio da parte di Fondi di investimento mossi solo da finalità speculative. Per questo i responsabili della Coldiretti regionale hanno accolto con favore la misura del Decreto Legge Agricoltura che blocca i pannelli a terra. La Campania è pronta alla mobilitazione per stanare i prodotti stranieri pericolosi. E poi la siccità che in Sicilia sta devastando campi e stalle obbligando gli allevatori ad abbattere gli animali perché non sono più in condizione di alimentarli. Le macellazioni stanno aumentando in modo esponenziale, secondo quanto ha detto Gesmundo, con il rischio di perdere un patrimonio genetico importante. Una vera tragedia. Prandini ha concluso l’incontro sottolineando la differenza tra chi ama l’Italia e chi la usa “e noi orgogliosi del nostro Paese unico e straordinario contrasteremo tutti coloro che vogliono usare l’Italia”. |
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