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La Corte dei Conti promuove con riserva le misure Pac per i giovani agricoltori

Promosse le misure della Politica agricola comune che sostengono il ricambio generazionale per l’impatto positivo sull’attrazione e il mantenimento dei giovani agricoltori nelle zone rurali e sul miglioramento dell’occupazione. Ma gli interventi sono comunque insufficienti a risolvere i due maggiori ostacoli che le imprese degli under 40 devono affrontare e cioè l’accesso alla terra e al capitale legati a politiche fiscali, economiche e sociali nazionali. E’ il “verdetto” espresso dalla Corte dei Conti nella relazione speciale “L’accesso alla Riserva nazionale dei titoli da parte di giovani e nuovi agricoltori” relativa al periodo 2017-2019.

Secondo l’analisi della Corte infatti le misure messe in campo dalla Pac per i giovani sono più efficaci nell’accrescere la sostenibilità socio economica di aziende già costituite che nell’incoraggiare la successione. E le criticità si avvertono in particolare nelle aree marginali dove gli interventi sono sminuiti dall’ambiente sfavorevole.

La relazione ricorda che anche la Corte dei Conti europea ha raccomandato di migliorare le azioni per i giovani. La Magistratura contabile evidenzia anche la complessità della normativa che si articola su tre livelli (Unione europea, decreti ministeriali e Agea) talvolta “non facilmente coordinabile” e invita pertanto a rendere più intellegibili le norme. Semplificazioni e scelte nazionali il più possibile orientate sul ricambio e sull’aiuto alle nuove generazioni garantendo maggiori disponibilità della Riserva nazionale a giovani e nuovi agricoltori: questa la ricetta raccomandata.

Anche la Commissione europea – ricorda la Corte – per la Pac post 2020 suggerisce un sistema di sostegno abbinato a incentivi adeguati per favorire l’uscita delle generazioni più anziane e la definizione di piani di successione per accrescere la mobilità dei terreni.

Lo studio riconosce che l’Ue sta intensificando gli sforzi per incoraggiare i giovani ad a intraprendere l’attività agricola con sovvenzioni all’avvio, sussidi al reddito e altre forme di sostegno come la formazione supplementare, “nella consapevolezza che sostenere la prossima generazione di agricoltori europei non solo migliora la competitività futura dell’agricoltura europea, ma contribuisce anche a garantire l’approvvigionamento alimentare dell’Europa per gli anni a venire”.

E per questo sono stati messi in campo molti strumenti, tra cui la riserva nazionale. La riforma del 2013- evidenzia il documento – ha previsto l’assegnazione da parte degli Stati membri di nuovi diritti all’aiuto (e/o l’aumento il valore dei diritti esistenti) a carico della Riserva nazionale, in via prioritaria ai giovani agricoltori e ai nuovi entranti nell’attività agricola. Il sostegno al ricambio generazionale è anche uno degli obiettivi specifici della riforma Pac 2021-2027. Sono infatti previsti un sostegno complementare al reddito per i giovani agricoltori nel Primo pilastro, pagamenti diretti e l’intervento teso a favorire l’insediamento dei giovani agricoltori e l’avvio di nuove imprese rurali nell’ambito dello Sviluppo rurale, secondo pilastro.

Nella relazione, la Corte dei Conti, relativamente al 2020, riporta l’indagine, definita “interessante” condotta da Coldiretti che, in controtendenza rispetto all’andamento generale dell’anno, con la crisi provocata dall’emergenza Covid, registra un balzo del 14% del numero di giovani imprenditori in agricoltura, rispetto a cinque anni fa. “Dall’analisi effettuata sulla base delle iscrizioni al registro delle Imprese di Unioncamere relative al settembre 2020, – riporta integralmente la Corte – si evidenzia infatti una corsa alla terra degli under 35. Con oltre 55 mila under 35 alla guida di imprese agricole e allevamenti, l’Italia è leader europeo nel numero di imprese condotto da giovani, anche grazie alla svolta green nei consumi e nel lavoro favorita dalla pandemia.

Il risultato è che oggi in Italia 1 impresa su 10 condotta da giovani svolge una attività rivolta all’agricoltura e allevamento per garantire la disponibilità di alimenti sani e di qualità alle famiglie italiane in un momento drammatico per l’economia e l’occupazione. La presenza dei giovani sta rivoluzionando il lavoro nei campi dove sette imprese under 35 su dieci operano in attività multifunzionali che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili”.

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