il Punto Coldiretti

La zootecnia italiana riparte dalla Fiera di Montichiari

La zootecnia italiana riparte dalla Fiera di Montichiari in provincia di Brescia dove sono state affrontate tutte le questioni più spinose del settore, dal prezzo delle materie prime all’innovazione fino agli impegni per la sostenibilità. Una Fiera che ha acquisito un ruolo chiave di driver per la zootecnia made in Italy.

Il tema della carne sintetica e di tutte le altre criticità, ma anche le potenzialità che si aprono con il Pnrr, la nuova Pace le linee strategiche di Farm to Fork sono state al centro dei convegni, in particolare quello organizzato il 6 novembre che ha visto la partecipazione con il segretario generale della Coldiretti, Vincenzo Gesmundo, il presidente Ettore Prandini e il presidente della Coldiretti lombarda Paolo Voltini, del ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, dell’europarlamentare Paolo De Castro, dell’assessore all’Agricoltura  e dei sistemi verdi della Lombardia, Fabio Rolfi, del presidente di Anafibj, Fortunato Trezzi, del tenente colonnello dei Nas di Milano, Salvatore Pignatelli.

Gesmundo ha puntato il dito contro la carne prodotta in laboratorio denunciando la pioggia di risorse che la Ue sta elargendo a  imprenditori del settore hi tech che dopo aver messo le mani sull’industria farmaceutica stanno ora puntando sui cibi in provetta.  Il segretario generale della Coldiretti ha affermato come sia una grande truffa pensare che con la bistecca sintetica si possano risolvere le questioni dell’inquinamento, della riduzione dell’uso dell’acqua, del benessere degli animali  e soprattutto si possa pensare di sfamare il mondo. Ma ha assicurato che sulla carne in laboratorio la Coldiretti è pronta a dare battaglia e “la guerra –ha detto- la vinceremo, per il bene di tutti”.

Un partner strategico è stato Anafibj  il più importante ente di selezione con  un milione di capi iscritti che  punta su benessere, biodiversità e sicurezza: facciamo – ha spiegato il presidente Trezzi – la nostra parte nella battaglia che la Coldiretti porta avanti”.

Per De Castro la carne sintetica e l’idea di una dieta alimentare mondiale fanno rabbrividire. E ha aggiunto che il Nutriscore è pericoloso perché rischia di aprire la porta a questa deriva. Ma ha anche rassicurato sull’impegno che si  sta profondendo nell’Unione europea per allargare la platea dei Paesi ostili  al Nutriscore. Il Senato spagnolo ha già votato contro e anche la Francia starebbe rivedendo la sua posizione. Ha annunciato che sulla nuova Pac si è arrivati all’ultimo atto con la votazione di Strasburgo e poi i tre regolamenti con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale europea diventeranno operativi dal 1 gennaio 2023 e dunque bisogna accelerare il piano strategico nazionale. Se sarà ben gestita la nuova Pac potrà rappresentare una grande opportunità per l’Italia.

L’assessore Rolfi ha espresso molta soddisfazione per Montichiari “una Fiera – ha detto – che ha bucato”. Ha poi sottolineato come sia importante  difendere e rilanciare il modello produttivo italiano  assolutamente sostenibile.  Rolfi ha annunciato che la Lombardia ha pubblicato i bandi per la transizione  con un budget di 400 milioni e  i fari puntati sull’innovazione a 360 gradi.

Il ministro Patuanelli ha avuto parole lusinghiere nei confronti della Coldiretti: in un paese dove non si va a votare – ha dichiarato – vedere  una così straordinaria presenza di persone con Coldiretti che pensa solo al bene dei suoi iscritti è una cosa bella per l’Italia.

Il ministro ha bocciato l’idea di una dieta mondiale unica e ha bollato il Nutriscore come  un sistema condizionante, una piccola  porta che apre al cibo sintetico e che dunque va chiusa ora. Ha ribadito l’impegno della Coldiretti per un accordo sul prezzo del latte e ha aggiunto che  con l’operatività della direttiva sulle pratiche sleali arriva una riforma storica ed epocale.

Il presidente Prandini  ha concluso l’incontro evidenziando  come l’agroalimentare connesso agli altri settori  oggi valga 570 miliardi, ma senza l’agricoltura questi numeri non ci sarebbero. Questo è il racconto che va fatto e che può aiutare nella battaglia contro il cibo sintetico che  provocherebbe danni economici enormi all’Italia.

Il presidente della Coldiretti ha ringraziato il ministro per le risorse inserite nella legge di Bilancio  che destinano il 58% in più dei soldi della precedente manovra. Bene anche la normativa sulle pratiche sleali che nasce – ha spiegato – da un ragionamento della Coldiretti che si basa sul principio  che sotto il costo non si può andare, perché “bisogna uscire dalla logica finalizzata a coprire i costi di gestione e che ha portato a erodere i sacrifici dei nostri nonni e dei nostri padri. Bisogna garantire una giusta redditualità economica, creare le condizioni perché il lavoro dei nostri agricoltori venga riconosciuto in modo adeguato. Si cita sempre il caporalato, ma non si parla mai del caporalato che riguarda  le imprese agricole: non riconoscere il giusto prezzo non è sfruttamento del lavoro?​”

Un riconoscimento dovuto agli allevatori perché con un settore come il lattiero caseario che va a gonfie vele sul fronte dell’export dov’è il problema a riconoscere il lavoro e la qualità realizzata dagli allevatori italiani?

Ha rilanciato poi la battaglia di sempre e cioè la richiesta di trasparenza e ha citato il caso dell’invasione che si sta registrando in questi ultimi tempi di suinetti stranieri e dunque – ha detto bisogna controllare se l’obbligo di indicare l’origine sia rispettato in tutte le filiere. E ha lanciato un ennesimo appello a contenere la fauna selvatica “oggi in una situazione fuori controllo” con danni anche a livello sanitario.

E infine l’innovazione al centro della strategia della Coldiretti. Un tema affrontato in un incontro, promosso sempre nell’ambito della Fiera di Montichiari con il ministro  degli Affari Regioni e Le autonome, Mariastella Gelmini, il direttore del centro ricerca e innovazione della Fondazione Mach, Mario Pezzotti e Catia Bastioli, amministratore delegato di Novamont.

Grazie alle innovazioni, dall’agricoltura di precisione alle agroenergie e alle nuove tecnologie genetiche l’agricoltura che già oggi  è la più sostenibile in Europa potrà diventare ancora più green.  Ci siamo aperti al nuovo – ha spiegato Prandini – perché puntiamo ad aumentare le produzioni riducendo l’uso di acqua e fitofarmaci e aumentando le rese per arrivare all’autosufficienza produttiva. La ricerca è fondamentale per aumentare il Pil. Dobbiamo dunque far comprendere che se viene meno l’agricoltura il danno non è solo per le nostre imprese, ma per tutto il Paese in termini di danni economici, ma anche ambientali.

Transizione 4.0, innovazione tecnologica, scambi economici e autosufficienza alimentare, accordi di filiera sono stati, invece, al centro di un altro convegno dal titolo “La ripresa del Paese sulle rotte del cibo italiano”. Assieme a Prandini, Guido Guidesi, assessore Sviluppo economico della Regione Lombardia, Luigi Scordamaglia, consigliere delegato Filiera Italia, e Gianpiero Calzolari, presidente Granarolo.

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