il Punto Coldiretti

L’agricoltore che semina accompagna la Quaresima

“Non stanchiamoci di fare il bene, se infatti non desistiamo a suo tempo mieteremo. (Gal 6,9)

La quaresima che da pochi giorni abbiamo iniziato, ci aiuta a fermarci per riflettere e accompagnare al meglio il nostro agire e il nostro operare. Ricorrendo a questa immagine dell’agricoltore, che semina, accompagna, coltiva e attende il tempo del raccolto, della mietitura, papa Francesco prende in prestito la metafora dell’apostolo Paolo, per incoraggiare a non stancarci di agire per il bene.

Semina e mietitura

La quaresima da sempre per il credente è il tempo favorevole, propizio, il kairòs, che ci invita alla conversione, a cambiare mentalità, a non essere avidi, superbi, a non accumulare, a condividere seminando il bene. Oggi tali parole dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, acquistano un significato diverso. Le immagini televisive dei tg di questi giorni sono inequivocabili, lasciano ciascuno di noi sgomenti.

Dopo due anni dalla pandemia, quando pensavamo di riprendere al meglio la nostra vita fatta di incontri, di relazioni, di progetti, ci siamo ritrovati ad affrontare questa guerra che ci coinvolge tutti (direttamente e indirettamente).

L’aumento dei costi energetici, delle materie prime, l’eventualità di un conflitto mondiale, (che pensavamo impossibile), l’incertezza economica, l’accoglienza dei profughi, ci spingono a prendere posizione, andando oltre le manifestazioni pacifiste.

La mietitura è il traguardo finale di ciascuno, ricordando sempre l’apostolo Paolo che dice “chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà, e chi semina con larghezza con larghezza raccoglierà” (2Cor 9,6), “come l’albero si riconosce dai frutti buoni” (Mt 7,16) così la vita di ciascuno di noi, dalle opere buone. Seminare il bene per gli altri ci libera dai nostri calcoli, ci apre a qualcosa di più grande, ci inserisce nella gratuità più ampia che il Signore ci indica.

Non stanchiamoci di fare il bene

La tentazione dinanzi allo scoraggiamento è quella di chiuderci nel nostro egoismo ed essere indifferenti verso gli altri. Siamo chiamati a vincere questa “tentazione naturale”, siamo invitati a proseguire il cammino, ad andare avanti.

Nel suo messaggio per la quaresima papa Francesco ci spinge a non stancarci:

  • di pregare , per noi e per gli altri, in particolare per la pace,
  • di estirpare il male della nostra vita, a non essere dipendenti dai media digitali, di incontrare realmente le persone,
  • di operare nella carità verso il prossimo, praticare l’elemosina donando con gioia. Prendiamoci cura di chi ci è vicino, per essere prossimi con i fratelli feriti sulla strada della vita.

La quaresima è il tempo per cercare, per ascoltare, per visitare, chi è nel disagio e nel bisogno.  Amiamo chi è piccolo e indifeso, chi è discriminato ed emarginato (Fratelli tutti, 193)

Se non desistiamo a suo tempo mieteremo

Chiediamo il dono della perseveranza, di mantenere gli impegni, di essere coerenti; come l’agricoltore che sa aspettare, sa attendere in modo operativo prima di gioire per il frutto del suo lavoro, e tutto questo la Coldiretti lo conosce bene.

Infine il messaggio sintetizza che il digiuno prepara il terreno, la preghiera irriga, la carità feconda. Il passaggio dalla dimensione agricola a quella esistenziale è interessante.  Buon cammino quaresimale a tutti.

                                                                                                                                             don Nicola

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