il Punto Coldiretti

L’agroalimentare minacciato da agromafie e derive alimentari

La grande bellezza dell’agroalimentare italiano, in termini economici, sociali ed ambientali, che deve fronteggiare però le minacce che arrivano dal fronte interno e dall’Unione Europea, dalle frodi alle derive alimentari. E’ stato il tema al centro del convegno promosso da Coldiretti Umbria, Fondazione Osservatorio Agromafie e Comando Legione Carabinieri Umbria con il patrocinio dell’Università di Perugia.

All’incontro con il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, il presidente regionale Albano Agabiti e il sottosegretario al ministero dell’Interno, Emanuele Prisco, hanno partecipato il Rettore dell’Università di Perugia, Maurizio Oliviero, il vice presidente della Regione Umbria, Roberto Morroni, il sindaco di Perugia Andrea Romizi, il procuratore Francesco Greco, responsabile del progetto Europa della fondazione Osservatorio Agromafie, i docenti  dell’Università di Perugia, Gaetano Martino, direttore del Dipartimento di scienze agrarie, alimentari e ambientali, Fabrizio Rueca, direttore del Dipartimento di  medicina veterinaria, Marco Angelini, del dipartimento di Giurisprudenza, Felice Adinolfi professore di Economia agraria dell’Università di Bologna e direttore del  Centro studi Divulga, Gian Carlo Caselli presidente del Comitato scientifico della Fondazione Osservatorio Agromafie, Sergio Sottani procuratore generale presso la Corte di Appello di Perugia e Gerardo Iorio, generale comandante della Legione Carabinieri dell’Umbria.

Un ricco parterre che ha esaminato gli aspetti produttivi del mondo agricolo, le prospettive e potenzialità di ulteriore valorizzazione e le criticità della zootecnia un settore che in Italia è particolarmente virtuoso per l’attenzione al benessere animale e alla riduzione dei farmaci come confermano i dati del ministero della salute.  Ma ha anche acceso i riflettori sulle minacce. A partire dalla legalità da garantire a 360 gradi dalla lotta alle frodi alimentari, ai reati ambientali e al caporalato.

Il procuratore Greco ha evidenziato l’importanza della presenza a Bruxelles dell’Osservatorio, dove-  ha detto-  si stanno facendo passi avanti importanti nella lotta alla corruzione. Una delle parole più gettonate è stata regole. Che vanno fatte rispettare con norme semplici e comprensibili. Fondamentale – è stato sottolineato – il ruolo dei Carabinieri che contano su comparti speciali dedicati al settore agroalimentari che sono stati rafforzati dal governo con 170 nuovi operatori.  Il presidente  dell’Osservatorio Agromafie ha ribadito la necessità di una  normativa di contrasto dei reati agroalimentari  perché ha sottolineato che se  si  riuscirà a garantire la legalità in tutti i segmenti dell’agroalimentare non solo si assicurerà un cibo più sano e di qualità, ma anche più giusto.

Tra i temi caldi  le direttive europee che ipotecano il futuro delle produzioni europee ed italiane. Adinolfi ha messo in guardia dal rischio di mettere nell’angolo una storia millenaria, ma soprattutto di creare le condizioni che portino il cibo cattivo a cacciare quello buono con la diffusione dei prodotti ultra processati per arrivare a carne, latte e pesce realizzati in laboratorio.

In primo piano però anche la tragedia che ha colpito l’Emilia Romagna dove tra i settori economici più penalizzati c’è il sistema agroalimentare. Il sottosegretario Prisco ha ribadito il valore strategico del settore “fondamentale per l’economia italiana” e ha detto che il governo è a fianco della Coldiretti nella battaglia contro il cibo sintetico. Ha poi detto che il tema delle agromafie è importante e non bisogna abbassare la guardia. E anche su questo fronte  il ministero dell’Interno è schierato con  Coldiretti per il lavoro che sta portando avanti sulla tutela della legalità.

Il presidente Prandini nelle sue conclusioni è partito proprio dal tema dei reati agroalimentari sottolineando “il magnifico lavoro di Caselli sulle agromafie”. Ma ha anche sottolineato come la Coldiretti sia stata criticata per la scelta  di creare un Osservatorio “perché queste cose ci dicevano fanno fatte da chi le sa fare, bene e noi abbiamo scelto Caselli”. Ha ribadito come nella strategia Coldiretti  una priorità sia la lotta all’italian sounding che vale il doppio delle esportazioni di vero made in Italy.

E poi è tornato sulle sfide fondamentali per Coldiretti  che sono l’innovazione e le infrastrutture.  Per Prandini non servono i  micro interventi, ma occorre puntare in particolare con le risorse del Pnrr, su investimenti di ampio respiro, dall’alta velocità anche per le merci alla realizzazione di un sistema portuale puntando su 4-5 porti sul modello di  quelli del Nord Europa. Solo così si potrà competere – ha detto – con gli altri Paesi. Tra le minacce in prima linea la carne finta: la Coldiretti non ci sta a trattare questi prodotti in provetta come novel food con un iter di approvazione accelerato, ma come farmaci. E  si affida esclusivamente alla ricerca pubblica , perché  le analisi devono essere svincolate da gruppi che possono avere interessi economici.   Ha messo in guardia dal rischio che 20 persone, che detengono un potere economico superiore al pil dell’Italia  e dunque con una forte capacità di condizionamento, possano fare pressione sulla Ue  per arrivare così alla demonizzazione di quello che è stato costruito in millenni di storia. A partire dagli allevamenti sotto attacco da dieci anni senza alcuna logica scientifica perché “l’impatto della zootecnia sull’ambiente è del 7% rispetto alle emissioni generali”.

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