Lavoro e stagionali, la Calderone apre sul piano alloggi
Sono stati ancora una volta sicurezza ed eticità i temi al centro del convegno “Lavoro in agricoltura: opportunità e sfide” che si è svolto il 15 ottobre e al quale hanno partecipato con il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini e il segretario generale Vincenzo Gesmundo, il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, Luigi Scordamaglia, Ad Filiera Italia, Romano Magrini, Capo Area Coldiretti gestione Personale Lavoro, Enrica Mammucari, segretaria generale Uila-Uil, Giovanni Mininni, segretario generale Flai-Cgil, Onofrio Rota, Segretario Generale Fai-Cisl, Laurence Hart, Direttore dell’Ufficio di Coordinamento per il Mediterraneo, Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim) e Letizia Moratti, Presidente E4Impact. Un lavoro di qualità, che secondo Coldiretti è alla base di una produzione di qualità, si garantisce con una serie di azioni dagli investimenti in innovazione alla formazione. Fondamentale è assicurare ai lavoratori stranieri, che rappresentano il 30% della forza lavoro in agricoltura, condizioni dignitose economiche e di accoglienza. Ed è in questa ottica che il presidente Prandini ha lanciato la proposta di un piano alloggi. In Italia – ha detto – c’è un patrimonio enorme di fabbricati rurali spesso abbandonati che potrebbero essere utilizzati come alloggi dei lavoratori. L’idea è di recuperare le strutture che tra l’altro potrebbero abbellire tante aree rurali e creare opportunità di ospitalità migliori di quelle di oggi e si toglierebbero così importanti spazi di manovra alle organizzazioni criminali che sfruttano il caporalato, a danno dei diritti dei migranti e delle aziende oneste. La proposta di un piano straordinario di recupero dei fabbricati rurali con incentivi pubblici da destinare esclusivamente all’accoglienza dei lavoratori straniera ha incassato in diretta l’apertura del ministro Calderone. Una risposta importante che si aggiunge agli altri impegni assunti dal ministro relativamente al sostegno alle imprese alluvionate di Emilia Romagna, Marche e Toscana e alla proroga a tutto il 2025 delle agevolazioni contributive a favore delle aziende. Il convegno è stata un’occasione per passare in rassegna tutte le questioni delicate legate al settore agricolo. Il segretario generale ha ribadito il ruolo della Coldiretti, riconosciuto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione delle celebrazioni degli 80 anni, di baluardo della democrazia. Intesa anche come difesa della libertà di intraprendere. Gesmundo ha affermato che la Coldiretti non vuole perseguire alcuna forma di chiusura, il suo è “protezionismo culturale” finalizzato alla difesa della distintività del cibo italiano. Per questo la richiesta è di regole uguali a quelle applicate sul territorio nazionale per i Paesi che esportano in Italia anche per quanto riguarda il mercato del lavoro. “Non tuteliamo – ha sottolineato – il pomodoro macchiato di sangue di chi lavora e muore per raccoglierlo, quel prodotto non ha nulla a che fare con l’italianità”. Reciprocità dunque, parola d’ordine per il presidente Prandini. “Che non è – ha detto – una difesa egoistica delle nostre imprese, ma rientra in una visione ampia centrata sul rispetto del lavoro. Per questo sosteniamo la reciprocità anche sociale. Continuiamo a essere invasi da filiere figlie di un caporalato violento realizzate in molti parti del mondo”. Coldiretti è impegnata nella battaglia allo sfruttamento non solo in Italia, ma a livello globale. E lo conferma l’impegno in Africa nell’ambito del piano Mattei. Ma è soprattutto a Bruxelles- ha sostenuto Prandini – che bisogna essere per difendere il nostro sistema, non con i vecchi carrozzoni che svolgono solo un ruolo di mediazione che non serve. No al riso del Myanmar e ai pomodori cinesi – ha incalzato l’ad di Filiera Italia -, ma no anche ai prodotti di quelle aziende tedesche che utilizzano manodopera a basso costo del Far East per poi vendere nel nostro Paese prodotti che diventano italiani. Ma bisogna guardare anche in casa, dove per arginare l’illegalità occorre partire dalla messa al bando delle cooperative senza terra. E’ stata giudicata positivamente la banca dati voluta dal ministro del Lavoro che offre un contribuito importante alla causa della trasparenza. Uno strumento apprezzato è il bando Isi dell’Inail che quest’anno ha contato su un budget rafforzato di 90 milioni e che ha visto una massiccia presentazione di domande per un valore di 580 milioni. Si tratta di una misura che agevola gli investimenti in macchine agricole più moderne e sicure. E anche su questo fronte il ministro Calderone si è impegnata a trovare nel bilancio Inail più risorse. Molte le proposte, tra le priorità la semplificazione anche negli adempimenti previsti dal decreto flussi, perché è fondamentale che i lavoratori arrivino in tempo per le operazioni in campo per le quali sono stati richiesti, e la formazione. Un’agricoltura sempre più avanzata ha infatti bisogno di nuove professionalità in grado di guidare trattori hi tech o di maneggiare droni e di interpretare i dati dei satelliti. Insomma di confrontarsi con l’agricoltura 4.0 e 5.0. La formazione – ha spiegato Prandini – è vitale, se non si investe in formazione il paese è destinato al declino economico. |
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